Crisi di Governo. La riflessione di Enzo Guida. “Possibile un dialogo fra Pd e Cinque Stelle”

Cesa     Riceviamo e pubblichiamo dal sindaco Enzo Guida.

"Spesso si dimentica che la nostra Repubblica è parlamentare, vale a dire un Governo è in carica se ottiene la fiducia di Camera e Senato. Si dimentica che, alle ultime elezioni politiche, Lega e M5S si sono presentati divisi, con un proprio candidato premier e programma autonomo. Solo dopo il voto, i due partiti, si sono uniti, sancendo il famoso “contratto” di Governo, con la nascita dell’esecutivo Conte.

Partendo da questa premessa storica, è scontato che si debba cercare, in Parlamento, una nuova maggioranza per un nuovo Governo.  Se questo non dovesse accadere è naturale, ma soprattutto costituzionalmente corretto, che il presidente della Repubblica sciolga le Camere ed indica nuove elezioni. L’accordo Lega e M5S era “politicamente” innaturale, perché alla base vi sono principi diversi e valori differenti. E’ possibile una alleanza, oggi, tra Pd, forze parlamentari di sinistra e M5S? Credo di si, a condizione che si mettano da parte vecchi rancori e si inizi ad utilizzare un linguaggio diverso, basato sul rispetto reciproco nell’ambito della diversità di opinioni e di idee. Si deve partire dalla convinzione che il mondo non può essere diviso, in maniera netta, tra buoni e cattivi, tra guardie e ladri. Se questa impostazione viene calata nel mondo politico, è possibile imbastire un dialogo. Anche perché, non va sottaciuto, che gli elettori del M5S sono, in larga parte, delusi dalla sinistra. La forza del M5S è stata quella di saper, per certi versi, interpretare i bisogni e le speranze di quella fetta di elettori delusi dal Pd, verso cui, questa forza politica avevo smesso di parlare. E’ stato facile, per il Movimento di Di Maio, esporre programmi che andassero in quella direzione, raccogliendone i consensi. Appare chiaro che dei tratti comuni vi sono. Occorre “spogliarsi”, da parte di entrambi gli schieramenti, dei livori del passato, della convinzione di essere superiori o depositari della verità. E’ anche vero, però, che il ritorno alle urne, se da un lato andrebbe scongiurato per una serie di ragioni, dall’altro sancirebbe la vittoria di una forza, la Lega di Salvini, pericolosa.  Il popolo italiano ha bisogno di esperienze concrete per decretare la crescita o meno di un movimento o di una forza politica. Salvini deve governare ed essere chiamato alla prova dei fatti.  Le forze che si contrappongono a Salvini, devono avere la capacità di costruire un grande fronte democratico, che sappia soprattutto arginare, dal punto di vista culturale, le azioni politiche della Lega, che tendono, soprattutto, a rendere poco coese le comunità, a sotterrare valori fondamentali, quali l’accoglienza. Se da un lato occorre profondere ogni sforzo per costruire una nuova alleanza, per un altro verso, il ricorso alle urne non deve spaventare. La Lega di Salvini non ha una classe dirigente e, soprattutto, al Sud è pronta ad “imbarcare” quanti, negli anni passati, hanno ingrossato le file di Forza Italia, con tutte le conseguenze che conosciamo. Il “fenomeno” Salvini, alla prova del Governo, rischia di fallire e le forze democratiche devono essere pronte a costruire l’alternativa".
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