Cesa. Stangata natalizia per Mario De Michele. La Cassazione conferma il sequestro di soldi e cellulari. Condannato a pagare anche 3000 euro alla Cassa delle Ammende.
Cesa. Natale amaro per Mario De Michele, il giornalista noto per i suoi numerosi guai con la giustizia.
La II sezione Penale della Corte di Cassazione, presieduta dalla dottoressa Giovanna Verga, ha rigettato il ricorso del difensore del cronista locale, avverso il decreto di sequestro probatorio di una somma di denaro e di un telefono cellulare, nell'ambito dell'inchiesta che vide anche l'arresto in flagranza di reato dell'indagato lo scorso luglio con l'accusa di aver intascato 5mila euro in contanti dall'ex sindaco di Orta di Atella Angelo Brancaccio. Secondo la tesi accusatoria della procura di Napoli Nord De Michele avrebbe ricattato Brancaccio, che conosceva da anni, chiedendogli 10mila euro, e pattuendo la prima consegna di metà della cifra in una struttura con piscina di Succivo, dove si fecero trovare i carabinieri a seguito della denuncia del primo cittadino atellano.
In quella occasione al cronista locale vennero sequestrati anche dei soldi in contanti ed un telefono cellulare. Già il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere in funzione di giudice del Riesame rigettò un'istanza di dissequestro.
Da qui il ricorso in Cassazione con la difesa del giornalista che ha sostenuto come "l’ordinanza impugnata ha omesso di confrontarsi con la denuncia di una apprensione sproporzionata del materiale informatico e telematico in possesso a De Michele nei cui confronti trattandosi di un giornalista professionista, l’acquisizione doveva essere limitata ad atti e documenti immediatamente rilevanti come fonti di prova, dovendo evitarsi l’ingiusto sacrificio dell’interesse pubblico e l’esposizione a rischio delle fonti informative”.
Per la Suprema Corte il ricorso è inammissibile in quanto “come correttamente chiarito dal pm, il telefono cellulare rinvenuto nella disponibilità del ricorrente in esito alla perquisizione eseguita subito dopo la consegna di una somma di denaro costituente profitto estorsivo da parte della persona offesa è strumento attendibilmente utilizzato per la consumazione delle condotte illecite, necessario per ricostruire i contatti intercorsi tra l’indagato e la vittima e le esatte modalità di consumazione del delitto ascrittogli. Il Tribunale cautelare ha, in conclusione, correttamente applicato i principi più volte affermati da questa Corte secondo cui il sequestro probatorio di dati contenuti in dispositivi informatici o telematici postula che il decreto del pubblico ministero, al fine di consentire una adeguata valutazione della proporzionalità della misura sia nella fase genetica che in quella esecutiva, debba illustrare le ragioni per cui è necessario disporre un sequestro esteso e omnicomprensivo o, in alternativa, le specifiche informazioni oggetto di ricerca, i criteri di selezione del materiale informatico archiviato nel dispositivo, la giustificazione dell'eventuale perimetrazione temporale dei dati di interesse in termini sensibilmente difformi rispetto ai confini temporali dell'imputazione provvisoria e i tempi entro cui verrà effettuata tale selezione, con conseguente restituzione anche della copia informatica dei dati non rilevanti Alla luce delle considerazioni che precedono il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della sanzione pecuniaria precisata in dispositivo, non ravvisandosi cause d'esonero".
E così De Michele è stato condannato anche al pagamento di 3000 euro in favore della cassa delle ammende.
Ricordiamo che il cronista locale già nel 2022 fu condannato alla pena detentiva di 3 anni e 10 mesi per i reati di falso, detenzione illegale di arma (una Glock calibro 9X21che lui stesso avrebbe ulizzato per sparare contro casa e auto), calunnia e simulazione di reato.

