Succivo. Oltraggiata la sede dell’Archeoclub d’Italia: indignazione e richiesta di chiarimenti alle istituzioni
SUCCIVO. Un grave episodio di danneggiamento e vilipendio ha colpito la sede dell’Archeoclub d’Italia – Sede di Atella, ospitata presso la Casa delle Arti di Succivo. A denunciarlo pubblicamente sono stati i soci dell’associazione e il presidente, dott. Antonio Tanzillo, che parlano di un atto inaccettabile ai danni di una realtà culturale che opera da oltre cinquant’anni sul territorio.
Secondo quanto documentato anche da fotografie, i locali della sede associativa sarebbero stati abusati e snaturati, trasformati di fatto in un deposito di biciclette. All’interno, inoltre, si registrano sparizioni di libri, parti di mostre, materiali culturali, oltre a una situazione di disordine e sporcizia diffusa. Un quadro che l’Archeoclub definisce come un vero e proprio oltraggio alla dignità dell’associazione e al lavoro volontario svolto in decenni di attività.
"Cinquant’anni di impegno culturale e civile calpestati", denuncia il presidente Tanzillo, che pone interrogativi diretti e duri: chi ha autorizzato tutto questo? Con quale diritto? Domande che, al momento, attendono risposte ufficiali.
L’associazione chiede una presa di posizione chiara e pubblica da parte delle istituzioni locali, a partire dal Sindaco di Succivo, seguita dai sindaci dei comuni di Sant’Arpino e Orta di Atella, nonché da quanti, in passato, hanno sostenuto realtà associative oggi ritenute corresponsabili di un progressivo svuotamento dell’identità culturale atellana. Nel comunicato non manca una critica severa verso quello che viene definito un “associazionismo di mestiere”, accusato di occupare spazi e ruoli senza rispetto per la storia e il valore delle realtà culturali autentiche del territorio.
Nonostante l’accaduto, l’Archeoclub d’Italia – Sede di Atella ribadisce la propria determinazione: le attività non si fermeranno. Già dai prossimi giorni i soci torneranno a sistemare la sede, riaffermando con i fatti la volontà di continuare il proprio percorso di tutela, promozione e valorizzazione del patrimonio culturale locale. Un episodio che solleva interrogativi seri sulla gestione degli spazi pubblici, sul rispetto delle associazioni storiche e sul ruolo delle istituzioni nella tutela della cultura come bene comune.

