Cesa. All’imprenditore Communara riconosciuto il risarcimento per ingiusta detenzione. “Darò questi soldi in beneficenza”.

Cesa. Quasi 2 mila e e 700 euro a titolo di risarcimento per ingiusta detenzione a fronte di 15 giorni di arresti domiciliari.

Questa è la decisione della Corte di Appello di Napoli, in favore dell'imprenditore Domenico Communara.

"Devolverò questa somma in beneficenza", ha già fatto sapere l'uomo, 55 anni originario di Cesa, attraverso il legale, l'avvocato Vincenzo Guida.

Communara fu destinatario di una misura cautelare e sottoposto ai domiciliari l'8 luglio del 2020, su disposizione del Gip del Tribunale di Napoli.

Fu coinvolto in una indagine relativa ai rifiuti ed allo scarto dei vestiti, condotta dalla Guardia di Finanza.

All'epoca furono emesse 17 misure cautelari.

Communara era accusato di aver partecipato ad un’organizzazione, operante tra il Napoletano ed il Casertano, dedita alla realizzazione di un ingente traffico illecito di rifiuti speciali (indumenti usati, accessori per abbigliamento, pezzami da lavorazione e scarti tessili). Communara, molto conosciuto nel mondo dell’imprenditoria, sin dal primo momento si era dichiarato estraneo alla vicenda e, già in sede di interrogatorio, aveva prodotto una serie di documenti finalizzati a dimostrare l’operato corretto.

Il Riesame, dopo 15 giorni, accogliendo la tesi difensiva dell'avvocato Guida, lo aveva scarcerato, riconoscendo l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza.

Al termine della indagine, poi, era giunta l'archiviazione.

Presentata la domanda di riparazione per ingiusta detenzione, è stata deliberato questo importo che l'imprenditore ha annunciato di voler dare in beneficenza.

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