Dell’Aversana difende la scelta di Tinto alla cultura: “Rimane un presidente imparziale”

FOTO CONSIGLIO COMUNALESant'Arpino      In merito al comunicato di Alleanza Democratica per il conferimento di incarico alla Presidente del Consiglio Ivana Tinto in materia di Cultura e Politiche Giovanili, vorrei precisare per onore di chiarezza che l’incarico è stato attribuito nel rispetto dell’art. 21, comma 5 dello Statuto comunale, nonché nel pieno rispetto di quanto chiarito dal Ministero dell’Interno:“Al pari degli altri Consiglieri anche il Presidente del Consiglio può essere delegato dal Sindaco per la cura di affari particolari, purché non gli si attribuiscano anche poteri di gestione assimilabili a quelli degli Assessori e dei Dirigenti (Guida agli enti locali, 13 settembre 2003, n. 35, Viminale Risponde)”. Lo stesso decreto sindacale, a fugare ogni dubbio sulla natura dell’incarico, testualmente riporta: “l’incarico non costituisce delega di funzioni e deve intendersi esclusa l’adozione di atti a rilevanza o atti di gestione spettanti agli organi burocratici; il consigliere comunale incaricato non ha poteri decisionali di alcun tipo diversi o ulteriori rispetto a quelli che derivano dallo status di consigliere”. Si tratta dunque per la Consigliera Tinto, di un incarico, con funzioni meramente propulsive e di consulenza nelle specifiche materie di Cultura e Politiche Giovanili, ove è precluso alla Tinto, qualsivoglia potere gestionale. Non hanno ragione di essere, pertanto, i “timori” di AD, non ponendosi per la Presidente alcuna problematica inerente all’assunzione di atti a rilevanza esterna, escludendone, il decreto stesso, la possibilità di adozione. Infatti, abbondano gli esempi di Comuni italiani ove il Sindaco ha attribuito al Presidente del Consiglio deleghe, il caso invece citato da AD, riguarda una fattispecie diametralmente opposta in cui, al Presidente del Consiglio di Altavilla furono attribuite deleghe “GESTIONALI”, (cosa ben diversa!), peraltro in una situazione amministrativa molto confusa. Non è il caso di Sant’Arpino questo, tantomeno della Presidente Tinto, che proprio per la sua indiscussa integrità è stata eletta all'unanimità alla Presidenza del Consiglio e saprà garantire al meglio con il suo ruolo di primus inter pares pari dignità a tutti i Consiglieri comunali nello svolgimento dei lavori del Consiglio ed a maggior ragione laddove si tratterà di argomenti rientranti nella sfera della Cultura e Politiche Giovanili, materie che di per sé hanno la funzione di unire e non di dividere. Bisognerà giudicare la Presidente Tinto solo nell’esercizio delle sue funzioni; come Consigliere comunale la stessa appartiene ad una maggioranza politica e si impegnerà necessariamente anche per la riuscita degli obiettivi amministrativi, altrimenti verrebbe limitato un suo diritto. La carica di Presidente del Consiglio non esonera la stessa dallo svolgere un mandato elettorale di governo della città, ricevuto con l’elezione a Consigliere comunale. Non a caso tutti i Presidenti del Consiglio che l’hanno preceduta, pur svolgendo una funzione di “primus inter pares” hanno partecipato alle votazioni delle delibere consiliari schierandosi chiaramente dalla parte della maggioranza politica di appartenenza. Inoltre, nel recente passato, la carica di Presidente del Consiglio è stata svolta da Angela Salino pur rimanendo assessore. Non mi sembra che per questo AD abbia mai lamentato un difetto di imparzialità.

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