Sant’Arpino. In occasione della solennità di Ognissanti la comunità di Sant’Elpidio riscopre i suoi martiri: i corpi dei Santi Prospero e Costanzo esposti per la prima volta dopo secoli

SANT'ARPINO. Un evento straordinario ha segnato la solennità di Tutti i Santi nella comunità parrocchiale di Sant’Elpidio Vescovo. Per la prima volta dopo secoli, i corpi dei santi martiri Prospero e Costanzo saranno esposti alla venerazione dei fedeli all’altare maggiore della chiesa parrocchiale.

L’annuncio è stato dato nella mattinata di oggi dal parroco, don Alfonso D’Errico, che ha comunicato con gioia la possibilità, “in questa solennità di Tutti i Santi, di venerare i corpi dei santi martiri Prospero e Costanzo, che da secoli riposano nella nostra chiesa parrocchiale”.

La lapide che indica la presenza dei corpi dei due Santi nell'altare della Madonna del Buon Consiglio

I santi, custoditi abitualmente all’interno dell’altare della Madonna del Buon Consiglio, sono stati collocati temporaneamente davanti all’altare maggiore, insieme alle reliquie della parrocchia, per permettere ai fedeli un momento di preghiera e riflessione più intimo. L’altare che ne custodisce abitualmente i resti fu realizzato nel XVIII secolo per volontà della nobile famiglia Sancez de Luna, come ricorda lo stesso parroco.

È un’occasione unica – ha spiegato don D’Errico – perché dalla loro collocazione abituale, per la prima volta, i corpi dei martiri vengono esposti pubblicamente. Si tratta di un insigne frammento della nostra storia di fede, di cui parleremo con più dettagli dopo gli opportuni studi”.

L’iniziativa, che coincide con la festività di Tutti i Santi, vuole essere anche un momento di riscoperta delle radici spirituali e storiche della comunità elpidiense, invitata a riscoprire il valore della santità vissuta nella quotidianità.

Buona solennità. Vi aspetto”, ha concluso don Alfonso nel suo messaggio, invitando tutti i parrocchiani e i devoti a partecipare alla celebrazione e a sostare in preghiera davanti ai santi martiri, testimoni di fede e custodi silenziosi della storia locale.

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