Cittadinanze italiane facili: smantellata rete di falsi documenti e funzionari corrotti tra le province di Napoli e Caserta. Arresti a Orta e a Frattaminore

ORTA DI ATELLA/FRATTAMINORE. Un sistema rodato e ben organizzato, fondato su documenti contraffatti, residenze fittizie e la complicità di pubblici ufficiali corrotti. È questo il quadro che emerge dall’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli Nord, che ha portato all’arresto di otto persone nei comuni di Orta di Atella, Frattaminore e in altre località dell’area nord di Napoli.

Al centro dell’indagine, una truffa strutturata finalizzata al rilascio illecito della cittadinanza italiana a cittadini brasiliani privi dei requisiti previsti dalla legge. Il meccanismo prevedeva l’utilizzo di abitazioni esistenti solo sulla carta, presso cui i richiedenti risultavano falsamente residenti, senza aver mai messo piede nei comuni indicati. A supporto delle richieste, una fitta rete di documentazione contraffatta: passaporti e timbri ufficiali falsificati, dichiarazioni di presenza alterate e certificazioni genealogiche inventate per simulare una discendenza italiana mai esistita.

Un ruolo cruciale era ricoperto da dipendenti comunali compiacenti, inclusi agenti della Polizia Municipale di Orta di Atella e funzionari degli uffici Anagrafe e Stato Civile. In cambio di denaro o regali, questi attestavano residenze inesistenti, firmavano certificati anagrafici e in alcuni casi redigevano personalmente gli atti necessari per il riconoscimento della cittadinanza jure sanguinis. Un coinvolgimento sistematico, che di fatto trasformava gli uffici pubblici in veri e propri centri operativi del raggiro.

L’inchiesta ha fatto emergere anche un importante risvolto economico. Il business della "cittadinanza facile" garantiva introiti a sei cifre: secondo gli investigatori, i mediatori percepivano compensi tra gli 8.000 e i 45.000 euro per ogni pratica, con una media stimata intorno ai 22.000 euro. Considerando l’elevato numero di richieste gestite, il giro d’affari illecito avrebbe superato diversi milioni di euro.

A far luce sull’organizzazione sono stati mesi di intercettazioni, pedinamenti, analisi informatiche e accertamenti bancari. Decisiva, in particolare, la scoperta di una contabilità parallela dettagliatissima: un vero e proprio libro mastro con nomi dei funzionari corrotti, importi incassati e pratiche trattate, che conferma l’esistenza di un sistema strutturato e consolidato nel tempo.

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