Agro Aversano. I sindaci scrivono all’ Anci “L’aumento dei prezzi delle materie prime rischia di gravare notevolmente nel settore dei lavori pubblici”.

Agro Aversano   I sindaci dei comuni dell'agro aversano, Alfonso Golia, Nicola Affinito, Renato Natale, Macello De Rosa, Vincenzo Guida, Vincenzo Santagata, Nicola Esposito, Gino Pellegrino, Anacleto Colombiano, Vincenzo Caterino, Giuseppe Dell’Aversana, Gianni Colella, Tommaso Barbato, Michele Apicella, Luigi Della Corte, Nicola Tamburrino con una nota inviata al Presidente dell'Anci Campania, Carlo Marino, per denunciare l'esponenziale incremento dei prezzi di alcuni materiali utilizzati nel comparto edile.

"Gent.mo Presidente, con la presente vorremmo sottoporLe una problematica delicatissima che rischia di compromettere tutti gli investimenti in corso da parte dei Comuni.

A partire dagli ultimi mesi dello scorso anno, si sono registrati significativi incrementi nei prezzi di acquisto di alcuni dei principali materiali da costruzione, la cui entità sta determinando enormi difficoltà alle imprese appaltatrici, già gravate da ingenti sofferenze finanziarie e patrimoniali dovute all’evento pandemico in atto. Si tratta, infatti, di incrementi straordinari, che vanno ben oltre l’alea contrattuale – travalicando le normali fluttuazioni del mercato – che rischiano di compromettere la regolare esecuzione degli appalti in corso e in via di affidamento.

Dal mese di novembre 2020 al mese di maggio 2021 si registra un incremento del ferro – acciaio tondo per cemento armato del 150%; il polietilene aumenta del 131%; il rame del 29,8%; il petrolio del 45,3%; il bitume del 21,9% ed il cemento dallo scorso dicembre a maggio 2021 aumenta del 10%. Anche il prezzo di noleggio e di acquisto dei ponteggi è aumentato notevolmente. I nostri Uffici tecnici ci segnalano che questa situazione rischia di bloccare completamente i lavori pubblici, con danni pesantissimi per il nostro Paese e per le imprese, che in alcuni casi sono costrette a richiedere la rescissione contrattuale. Infatti i contratti non risultano più economicamente sostenibili, con il conseguente rischio di un progressivo rallentamento dei lavori in corso, nonostante gli sforzi messi in campo dalle imprese per far fronte agli impegni assunti. L’attuale Codice degli Appalti non prevede, purtroppo, adeguati meccanismi di revisione prezzi; l’art. 106 prevede la revisione dei prezzi come facoltativa (non più obbligatoria) e ancorata all’inserimento della previsione nei documenti di gara. Perché sia possibile la revisione dei prezzi essa deve essere esplicitamente prevista nei documenti di gara iniziali in clausole chiare, precise e inequivocabili, Data la stabilità dei prezzi negli ultimi anni, in rarissimi casi i documenti di gara prevedono la revisione dei prezzi. Per tale ragione, l’ANCE ha rappresentato con forza il problema ai Ministeri di riferimento (MIMS, MEF e MISE) e all’ANAC, al fine di sollecitare un intervento normativo urgente da parte del Governo, che consenta di riconoscere alle imprese gli incrementi straordinari intervenuti, evitando un “blocco” generalizzato degli appalti. Al contempo, la difficile situazione in atto è stata evidenziata anche alle primarie stazioni appaltanti di rilievo nazionale (ANAS, RFI). Anche l'ANAC sottolinea la necessità che venga adottata una misura normativa eccezionale senza la quale le stazioni appaltanti sono impossibilitate a riconoscere alcunché. Sono oramai più di sei mesi che questa impennata dei prezzi di acquisto di diverse materie rime non accenna a diminuire. Occorre un provvedimento urgente del governo che introduca un meccanismo di compensazione, finalizzato al riequilibrio contrattuale, per i lavori relativamente ai quali erano state formulate offerte anche solo pochi mesi fa. In questo provvedimento urgente, inoltre, il Governo dovrebbe prevedere la possibilità dell’applicazione del meccanismo della revisione prezzi che, almeno in una prima fase, potrebbe essere accompagnato dalla rinuncia da parte degli enti finanziatori a trattenere le economie d’asta lasciandole tra le somme a disposizione del Quadro Economico dell’Intervento così da consentire anche ai Comuni di poter far fronte a questa emergenza. Infatti una norma che consenta la revisione dei prezzi d’appalto non accompagnata da un contestuale incremento dei fondi per i Comuni risulterebbe del tutto inutile".

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