Il congedo di Elpidio Iorio dal consiglio comunale di Sant’Arpino

elpidio iorio atellanewsSant'Arpino    La seduta del consiglio comunale di venerdì sera è stata anche l'occasione per uno degli esponenti più influenti della politica santarpinese, Elpidio Iorio, per congedarsi dopo 22 anni dall'assise consiliare.

Ecco alcuni dei passaggi, maggiormente significativi dell'intervento di Iorio.

"Colgo l’opportunità di questa seduta per tracciare – davvero sinteticamente – un consuntivo politico e non contabile di ciò che è stata per me questa consiliatura essendo questa l’ultima seduta di consiglio dal momento che ho deciso di non ricandidarmi.

Ebbene credo che ciascuno di noi convenga che quella che si sta per concludere passerà alla storia come l’esperienza più triste, convulsa, incerta, incredibile e anomala della storia repubblicana del nostro paese.

Ci sono stati colpi di scena a più riprese e, caso unico in Italia, benché tre sindaci benché l’introduzione dell’elezioni diretta del sindaco avesse superato già da decenni i cambi di sindaco in corso d’opera.

Ci sono stati continui ribaltamenti di fronte, posizioni non sempre lineari, atteggiamenti non sempre rispondenti alle aspettative della gente, giochi e giochini vari che non hanno risparmiato nessuno.

Credo che ciascuno di noi, me per primo, debba fare una seria e responsabile autocritica e magari chiedere scusa ai santarpinesi per ciò che si doveva fare e non si è fatto, per ciò che non si doveva fare e si è fatto; per ciò era prioritario fare e non è stato fatto; per ciò che era giusto fare e non è stato fatto; per le aspettative che ciascun nostro concittadino riponeva in noi e che noi abbiamo clamorosamente disatteso; per le acrobazie politiche – molto spesso illogiche e incomprensibili – di cui siamo stati interpreti. La lista potrebbe proseguire ancora per molto e qualcuno pur di limitare il danno potrebbe elencare obiettivi raggiunti. Sicuramente ci sono stati ma per quanto mi riguarda non bastano – rientrando questi in un mero e responsabile dovere istituzionale – a rimediare i tanti errori da noi tutti compiuti.

Chiaramente questa riflessione vuole avere anche una connotazione positiva, nel senso che una seria autocritica può la testimonianza concreta e autentica di voler voltare pagina e imboccare un cammino realmente nuovo nei metodi e nelle logiche.

Questo è un invito che faccio soprattutto a chi ha deciso di ricandidarsi e di proseguire l’esperienza consiliare.

Per quanto mi concerne, come già avevo ampiamente annunciato più di un anno fa, ho deciso di fermarmi e di non proseguire la mia esperienza in questa aula.

Una scelta, credetemi difficile e sofferta ma necessaria e opportuna. Ho trascorso ininterrottamente 22 anni in questo consiglio, praticamente più della metà della mia vita. E’ davvero difficile immaginare come sarà il mio futuro senza la partecipazione attiva nella massima istituzione locale.

Ma dovevo farlo perché io che sono il più giovane dei vecchi e il più vecchio dei giovani, dovevo testimoniare con i fatti più che con le parole di credere nel ricambio generazionale.

In molti ipocritamente affermano che è necessario dare spazio ai giovani o ai nuovi, ma pochi sono quelli che ad una enunciazione di principio fanno seguire qualcosa di tangibile, di vero, di concreto.

Io l’ho fatto e ciò non vuole essere un merito ma più verosimilmente la risposta ad un dovere civico.

In questo momento di chiusura, non so se breve o lungo, voglio salutare tutti quelli con i quali ho condiviso pagine di governo locale, momenti intensi e vari, belli e non, difficili o esaltanti, di gioia o dolore, di crescita e di speranza, di preoccupazione e di riscatto, di sconforto ma anche di prestigio e onore.

Voglio salutare anche i miei detrattori, quelli che mi hanno offeso, ingiuriato, calunniato, scrivendo o dicendomi cose davvero dolorose per me ma – vi posso assicurare – così com’è nella mia indole non nutro verso queste persone riserve, sentimenti di odio o di rivalsa.

Infine un pensiero grato e di amore lo rivolgo a quegli amministratori che sono stati con me in quest’aula ma che il destino ha voluto che lasciassero anzitempo questo mondo perché chiamati probabilmente a dare un loro contributo nel Regno dei Cieli (mi riferisco in primis a Giovanni Pezzella alla cui memoria quest’aula è dedicata).

Sul piano dell’impegno ho seguito davvero tantissime vicende, di cui raccontano dettagliatamente i faldoni che gelosamente custodisco a casa mia. Ieri per caso ho visionato un filmato e alcune foto che raccontano la Sant’Arpino del 1994. Confrontate con la Sant’Arpino di oggi, quelle foto o quel video sono la dimostrazione più oggettiva dei notevoli passi in avanti fatti dalla nostra Comunità e con un pizzico di orgoglio ho notato che in molti degli obiettivi raggiunti c’è stato anche il mio modesto e semplice contributo soprattutto di entusiasmo e passione.

Ecco a coloro che spetterà il compito di governare il paese dal 6 giugno in poi, auguro di avere tanta passione e soprattutto tanto amore e orgoglio per la nostra gloriosa tradizione storico – culturale. Siate orgogliosa di rappresentare la nostra Comunità e difendete con forza l’Identità locale.

Per quanto mi riguarda, continuerò anche fuori dal consiglio a lavorare instancabilmente per far conoscere in Italia e nel Mondo il Bello che Sant’Arpino esprime. GRAZIE! ".
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