Orta di Atella. Carlo Valois:”rimettere al centro la terra per un nuovo modello di contadino”

ORTA DI ATELLA. Riceviamo e pubblichiamo da Carlo Valois, candidato alla carica di consigliere comunale alle elezioni di Orta di Atella del 10 giugno per la lista "dema" che supporta il candidato sindaco Enzo Tosti. L’agricoltura non può essere parificata alle altre attività imprenditoriali. Concepita storicamente dall’uomo come attività volta a produrre cibo modificando, poco, il paesaggio, oggi l’agricoltura ha la grande possibilità di rivoluzionare il sistema economico alimentare basato sulla distribuzione globale e agevolato dall’industria chimica. L’unica strada possibile, per me, è quella contadina. Il modello contadino, basato sulla responsabilità personale di chi lavora la terra, permette sia di auto produrre cibo per le esigenze familiare sia di vendere le eccedenze. Diventa cruciale, in questo particolare periodo storico di Orta di Atella, rispettare l’ambiente attraverso metodi di coltivazione che siano un mix tra vecchi sistemi e nuove tecnologie. Nel nostro territorio, collocato all’interno di quella che oggi è Terra dei Fuochi ma che un tempo era la Piana Felix (fertile), risulta quanto mai necessario che l’agricoltura svolga finalmente il ruolo che le compete: quello di attrattore economico, di difesa del paesaggio, di baluardo contro l’inquinamento prodotto non solo dal sistema criminale dello smaltimento illegale dei rifiuti industriali, ma anche da quel tipo di agricoltura che, basandosi sull’uso – spesso sproporzionato – di agrofarmaci in ogni fase di lavorazione, ha impoverito i suoli e compromesso fortemente le falde acquifere. Nel tendere, pertanto, al modello contadino, alla rivalutazione del territorio, alla protezione delle terre atellane dall’inquinamento, alla creazione di nuove vie commerciali che sottraggono gli agricoltori alla schiavitù imposta dalla Grande Distribuzione Organizzata, allo stimolare, nel settore, la nascita di una nuova rappresentanza politica che lo renda meno debole e faciliti i processi di integrazione tra agricoltori ortesi e cittadini, propongo:
  • Aree agricole periurbane: La vicinanza o la prossimità ai mercati dei fattori e ai consumatori di beni agricoli e alimentari è un grande vantaggio sia per gli agricoltori che per i cittadini, nel senso che nelle aree periurbane si concentra un numero elevato di operatori economici che agiscono in ogni fase della catena distributiva e possono così realizzarsi, con maggiore probabilità di successo, integrazioni e interazioni tra operatori del settore agro-alimentare.
  • Lotta all’inquinamento: limitare le esternalità negative derivanti sia dall inciviltà dei singoli che delle imprese locali in termini di abbandono dei rifiuti lungo il perimetro dei fondi agricoli (L.R. 20/2013) attraverso gli strumenti di legge, il controllo del territorio e l’ideazione di programmi di sensibilizzazione culturale; limitare, per converso, le esternalità negative prodotte dall’agricoltura in termini di inquinamento delle falde per la percolazione di insetticidi, pesticidi e fertilizzanti, la salinizzazione e l’emissione di cattivi odori, oltre che –anche in questo caso – di abbandono di rifiuti connessi alle attività specificamente agricole.
  • Intervenire nelle filiere: creare mercati di prossimità indipendenti dalle associazioni di categoria, destinandovi aree e periodicità specifiche, che consentano ai piccoli produttori locali di incontrare gli acquirenti, di proporre i propri beni e servizi e di sensibilizzare la cittadinanza alla bellezza e alla cultura proprie della campagna
  • Valorizzare prodotti tipici: organizzare eventi e attività culturali variamente intese volte alla divulgazione e valorizzazione delle produzioni locali, con uno sguardo particolare alla storia del territorio e al ripristino di colture antiche e dimenticate
  • Accrescere le relazioni tra operatori e stimolare la partecipazione dal basso: creare in seno agli organi amministrativi la CONSULTA AGRICOLA COMUNALE, allo scopo di formulare proposte ed esprimere pareri in materia di agricoltura. Alla Consulta prenderanno parte non solo gli esponenti della maggioranza e della minoranza consiliare, ma operatori locali della filiera agricola e associazioni/comitati/cooperative che attraverso l’agricoltura si occupano dell’inserimento lavorativo di categorie svantaggiate e/o di attività a fini educativi e sociali (beni confiscati alle mafie, ortoterapia, asilo nel bosco, ecc)
  • Fornire servizi agli agricoltori: creare uno SPORTELLO AGRICOLTURA che fornisca informazione corretta sugli strumenti di finanza ordinaria disponibili per il settore agricolo, sulle attività dell’Amministrazione locale e regionale, sugli eventi e le possibilità espositive offerte localmente, sulle buone pratiche in agricoltura; organizzare un’adeguata FORMAZIONE all’agricoltura naturale che vada oltre il costoso modello del biologico (agricoltura sinergica, biodinamica, ecc) e che si configuri, perciò, alla portata di ogni livello d’esperienza e adatta anche ai piccoli appezzamenti nel tentativo di riportare la gente e soprattutto i giovani all’agricoltura.
 
  • AREE AGRICOLE MARGINALI: l’anello più esterno del territorio comunale può essere interessato da aree incolte e abbandonate, il cui recupero si configurerebbe come un forte deterrente allo sversamento abusivo di rifiuti e conseguenti roghi, al dissesto idrogeologico, al degrado del terreno e come possibilità di rivitalizzazione dell’economia locale attraverso l’agricoltura. A questo scopo, si rendono utili alcuni strumenti quali:
  • Facilitazione dell’accesso alla terra: laddove i terreni siano di proprietà comunale, potranno essere affittati/ceduti in comodato d’uso gratuito a fasce predeterminate della popolazione ortese legate a requisiti d’età (sostegno ai giovani) o a criteri occupazionali (sostegno ai disoccupati)che dimostrino adeguate competenze tecniche in agricoltura o ad associazioni/cooperative con finalità etiche e sociali.
  • Adozione di strumenti finanziari: sono disponibili misure (LEADER) basate su una progettazione e gestione degli interventi per lo sviluppo da parte di attori locali, che si associano in una partnership di natura mista (pubblico - privata). Il LEADER concentra l'azione nelle zone rurali marginali e a maggior rischio di depauperamento o degrado di risorse umane, economico-sociali ed ambientali. La misura in questione (M19) è prevista dal Piano di Sviluppo Rurale della Regione Campania previsto per il 2014-2020.
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