“Rùa San Giacomo”, l’incontro di musica celtica ed iberica nell’ultimo lavoro dei Brigan

Sant'Arpino      “Rúa San Giacomo” è il nuovo lavoro discografico dei Brigan, band di Sant’Arpino nota ben oltre i confini nazionali, costituita nel 2009 grazie ad un gruppo di talenti atellani accomunati dall’interesse e la passione per la musica tradizionale dei popoli dell’area Celtica. Questo disco segue quello d’esordio “Irish Roots”, dedicato interamente alle musiche dell’arpista irlandese T. O’Carolan, "Ti sfondo i bodrhàn - tradizione e contaminazione” (2011), che fonde sonorità e ritmiche della musica celtica e musica tradizionale del Sud Italia, e “Transumanza Sonora” (2014), che rielabora i repertori tradizionali di gran parte dell’area Celtica (Bretagna, Irlanda, Galizia e Asturia). Questa volta il quartetto casertano, costituito dai musicisti Francesco Di Cristofaro, Ivan del Vecchio, Gabriele Tinto e Simone Lombardi, con “Rúa San Giacomo” mette a frutto e sintetizza in chiave musicalmente originale anni di ricerche, scambi e lunghi soggiorni in terra iberica. Inciso per l'etichetta “Marocco Music”, il lavoro è stato ideato e registrato tra Santiago de Compostela e Vigo in Galizia e Sant’Arpino e assume per i Brigan un ulteriore significato legato al cammino, un percorso iniziato proprio nella santarpinese Via San Giacomo (Santiago in castigliano) dov’è situato lo storico studio e luogo di nascita della band. Un pellegrinaggio musicale condotto nel tempo di cui i Brigan sono stati protagonisti riuscendo ad inquadrare in quest’ultimo lavoro una parte di repertori, storie e musiche che nei secoli i pellegrini hanno incontrato sul loro cammino diretti verso Santiago. 13 brani, di cui 4 inediti, fanno di “Rúa San Giacomo” una piccola antologia a metà tra Atlantico e Mediterraneo, in cui si incontrano e coesistono le sonorità della musica del sud Italia con i vari linguaggi e forme musicali di quella parte di territorio iberico incastonata tra Galizia, Sanabria e Nord del Portogallo. Alala, villanelle, muiñeire, jote, tarantelle e canti di lavoro si fondono in un unico suono e linguaggio, quello dei Brigan. Numerosi ospiti presenti nel disco tra i migliori esponenti della scena musicale iberica e non solo: il violino di Harry.C dei Milladorio; le voci e le panderete di Xurxo Fernandes e Pandereteiras sen fronteiros; le voci di Immacolata Argiento e Maura Sciullo (FicuFresche); la gaita gallega di Pablo Carpintero; il low whistle di Xulio Lorenzo, le voci di Davide Salvado e Massimo Ferrante; la ghironda di Efrén López Sanz e il violino elettrico di Lino Cannavacciuolo. Ad arricchire il lavoro la prefazione del maestro Peppe Barra. Dopo la presentazione del disco in Italia, il gruppo atellano sarà impegnato in una tournée di oltre un mese in Spagna. Tra i numerosi riconoscimenti conseguiti dalla band ricordiamo il primo posto proprio in Spagna, nel 2013, al prestigioso "Universo Folk - Concurso Internacional de Folk Ciudad de Oviedo”.

Elpidio Iorio

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