Sant’Arpino, consiglio comunale aperto sull’ambiente. Giuseppe Limone:”Garantire a tutti di poter intervenire”

SANT'ARPINO. Ha espresso le sue considerazioni in merito al consiglio comunale aperto sull'ambiente, il filosofo Giuseppe Limone, evidenziando, tra le altre cose, la necessità di permettere a tutti i cittadini di poter intervenire durante la discussione.

"In seguito alla mia lettera aperta ai cittadini atellani e santarpinesi sulla questione ambientale e dei rifiuti, molti hanno espresso le loro opinioni, e li ringrazio per questo. - ha dichiarato pochi minuti fa l'accademico santarpinese - Avrei voluto rispondere subito a tutti, ma non l’ho fatto, preferendo che passassero prima le feste. Credo, però, di dover dire alcune cose in merito alla discussione in corso, e qui le dico.

Ringrazio innanzitutto il sindaco prof. Giuseppe Dell’Aversana per avermi informato telefonicamente che intendeva convocare un Consiglio comunale aperto alla cittadinanza sulla questione, così come avevo sommessamente proposto. Gli sono grato per la sensibilità e per la tempestività. Ringrazio anche tutti i Consiglieri che si sono mostrati sensibili a quanto proponevo, dandosi da fare in proposito.

Ma veniamo, adesso, ad alcune considerazioni.

1) L’idea di un Consiglio comunale aperto alla cittadinanza è quella di un Consiglio in cui ogni cittadino possa, con ordine e serenità, dire la propria opinione e le proprie eventuali proposte.

2) Quando ho fatto questa proposta, non intendevo assumere, come invece qualcuno ha detto, una posizione “bipartisan”. La posizione “bipartisan” è quella che si assume mettendosi fra le due parti, senza prendere posizione per nessuna. Personalmente, con la mia proposta, intendevo fare un’altra cosa. Quando una comunità attraversa un momento particolarmente delicato, a ogni suo membro spetta il diritto di esercitare, in forma di cittadinanza attiva, con le parole e con le azioni, le esigenze della comunità stessa. Io ho semplicemente fatto ciò che ognuno può fare, nell’esercizio di questa cittadinanza attiva. Non di una posizione “bipartisan” si tratta, perciò, ma della rappresentazione di un’esigenza comunitaria.

3) Qualcuno ha scritto che mi sarei “accorto” della questione ambientale a Sant’Arpino. Forse, questo qualcuno non si è accorto che della questione ambientale mi sono sempre occupato, fin dagli anni Settanta, quando fui tra i promotori di un movimento popolare che si batté per la copertura dell’alveo Fondina, fogna a cielo aperto che attraversava il territorio e lo appestava, e che ebbe un meritato successo, riuscendo a ottenere i fondi e le opere per la copertura. Così come, forse, questo qualcuno non sa che negli anni Ottanta e Novanta mi sono sempre occupato della questione ambientale, non solo sul piano locale, ma anche nazionale, dedicando riflessioni e scritti. Evidentemente, qualcuno, muovendosi dentro lo stretto orizzonte paesano, non riesce a guardare oltre il suo muro di cinta.

4) Il sindaco proponeva che a parlare fossero soltanto quelli che pagano le tasse. Capisco il senso della sua provocazione, ma non sono d’accordo. Debbono poter parlare tutti. Certo, chi non paga le tasse deve vergognarsi di questa sua violazione. Ma ciò non toglie che tutti debbano e possano parlare. Fra l’altro, il problema dei tributi in Italia dovrebbe essere molto ben pensato. Troppo spesso gli esattori delle tasse chiedono al cittadino di pagare due volte la tassa già pagata, fidando sul fatto che il cittadino non ha un archivio di contro-amministrazione a casa sua. Per dir così, ci provano, e senza rischiare di essere puniti da nessuno.

5) Capisco che un Consiglio comunale aperto non deve ridursi a una gazzarra disordinata, e perciò è pur importante assicurare un ordine e raccomandare una serenità. Ma ciò non deve significare esclusione per nessuno.

6) I problemi della comunità sono problemi della comunità. Il sindaco e gli amministratori sono, nel bene e nel male, investiti della responsabilità di governarli. Ma una comunità che ci sia non deve e non può rinunciare mai alla sua cittadinanza attiva. Ne va della qualità del territorio e del suo senso civile. Se altre comunità stanno ben messe e altre no, la responsabilità è anche di chi vi abita. Quando questa comunità c’è, i risultati possono essere sotto gli occhi di tutti. Nessuno è fuori dal gioco; e chi lo crede, non solo si illude, ma danneggia sé e gli altri".

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