Sant’Arpino. Insediamento abusivo nel comparto C1 Volta. Il Tar respinge il ricorso dei rom. Abbattimento più vicino

Sant'Arpino       Forse si avvicina la soluzione per l'annosa questione dell'insediamento abusivo da parte di due nuclei familiari di etnia rom su terreni dell'ex lottizzazione Caruso. L'ottava sezione del TAR Campania nei giorni scorsi, infatti, ha respinto il ricorso presentato da due uomini appartenenti ai citati nuclei familiari per l’annullamento dell’ordinanza settoriale numero 44 del 13 luglio scorso con la quale si ordinava  di sgomberare l’area nei pressi di via Volta che occupano abusivamente da oltre un decennio.

Il braccio di ferro fra proprietari dei terreni, Ente Comune, Consorzio C1 di Via Volta e coloro che hanno realizzato le opere abusive si protrae dall'inizio del nuovo millennio, e c'è già stata una sentenza passata in giudicato che ha disposto lo sgombero dell'area e l'abbattimento degli immobili non in regola.

Nel 2006  con apposito verbale la polizia municipale di Sant'Arpino constatò  la realizzazione dell’opera abusiva mentre nei primi mesi del 2007 fu ordinata la demolizione delle opere realizzate e lo sgombero dei terreni che, in base agli accordi tra il Comune e il consorzio C1 di via Volta, saranno destinati alla costruzione di alloggi residenziali destinati al comune per l’housing sociale.

Sempre nel 2007 venne compilato dai funzionari comunali il verbale di inadempienza della predetta ordinanza di demolizione mentre otto anni dopo, alla fine del 2015, venne emessa una nuova ordinanza di demolizione a cui i nuclei familiari rom si opposero dinanzi al Tar che accolse il ricorso annullando il provvedimento per un cavillo burocratico relativo all’aspetto formale del documento ed in particolare al fatto che la stessa era stata emanata con urgenza.

Questa volta, invece, il Tribunale Amministrativo ha respinto il ricorso, evidenziando come il provvedimento comunale rappresenta l’atto consequenziale e conclusivo di una serie concatenata di atti fra loro connessi che sono espressione del potere repressivo in materia urbanistico-edilizia spettante al comune di Sant’Arpino.

E mentre dal Comune fanno sapere che si attiverà la macchina burocratica-amministrativa per arrivare finalmente al provvedimento emesso dalla magistratura, i proprietari dei terreni sperano finalmente che si possa scrivere la parola fine su una vicenda che davvero si trascina da troppo tempo.

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