Sant’Arpino. L’azienda lo licenzia accusandolo di aver installato software non consentiti. Il Giudice lo reintegra nel posto di lavoro

Sant'Arpino  Il Giudice del Lavoro ha accolto totalmente il ricorso presentato da un dipendente licenziato ingiustamente.

Licenziamento senza alcun fondamento. Per questo motivo il Giudice del Lavoro del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. ha condannato una nota azienda di elettronica di Marcianise a reintegrare nel posto di lavoro un dipendente licenziato ingiustamente.

La sentenza è stata pronunciata dal giudice Valentina Ricchezza che ha accolto “totalmente” il ricorso per l’impugnativa di licenziamento presentato dal dipendente, difeso dall’avvocato Carlo Carbone.

I fatti di cui al giudizio si sono verificati nel Novembre del 2018. Il dipendente ha da sempre svolto diligentemente presso l’azienda la funzione di addetto al supporto dei sistemi informatici.  La vicenda, inizia con la dirigenza dell’azienda che sottopone il dipendente ad un vero e proprio interrogatorio con pressioni psicologiche non da poco, senza dargli nemmeno la possibilità di farsi assistere da un rappresentante sindacale, tutto al fine di comprendere eventuali corresponsabilità di alcune violazioni in ambito informatico. Il dipendente, ribadisce sin da subito la sua estraneità ai fatti ma viene licenziato lo stesso, in quanto, l’azienda sostiene che il dipendente avrebbe installato ed utilizzato software non consentiti, violando in tal caso gli obblighi di diligenza, esponendo l’azienda a potenziali danni sia diretti che indiretti.

Il giudice Valentina Ricchezza, a distanza di circa un anno e mezzo dalla impugnativa di licenziamento, accoglie il ricorso proposto dal dipendente, affermando: ”il ricorso merita di essere accolto per insussistenza del fatto contestato”, “il licenziamento va annullato ed il datore di lavoro condannato alla reintegra del ricorrente nel posto di lavoro…..”.
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