Orta, dimissioni sindaco. OiM e Città Visibile:”il comportamento dei Democratici & Riformisti si colloca nella scia di una nota consuetudine politica, articolata in vizi privati e pubbliche virtù”

ORTA DI ATELLA. Gli esponenti dei gruppi politici "Orta in Movimento" e "Città Visibile" hanno chiarito la situazione che in queste ore investe il Municipio di via Petrarca momentaneamente orfano del sindaco Vincenzo Gaudino che ieri ha presentato le proprie dimissioni dalla carica di primo cittadino.

"A quattro mesi dalla vittoria elettorale del 7 Novembre dobbiamo prendere atto che alcune premesse che hanno portato alla nascita di Unione Progressista sono decadute sotto i colpi di pretese che poco hanno a che fare con la dialettica politica. - hanno fatto sapere dai due gruppi che sostengono la maggioranza consiliare - Abbiamo appreso da un comunicato diffuso dal gruppo Democratici e Riformisti la decisione di porsi al di fuori dell'attuale maggioranza che sostiene il sindaco Gaudino, decisione che, francamente, non ci sorprende anche alla luce dell'atteggiamento assunto nel corso di questi primi mesi di amministrazione.

Ciò che invece ci lascia di stucco è la facilità con cui viene operata una vera e propria "inversione degli argomenti", che prova a celare, per la verità maldestramente, una azione politica che ha mirato a "bloccare" e imbrigliare l’attività amministrativa.

Oggi scopriamo che i Democratici & Riformisti non hanno mai rivendicato incarichi. Tale affermazione, però, risulta sostanzialmente incompleta. La verità è che il comportamento dei referenti dei Democratici & Riformisti si colloca nella scia di una nota consuetudine politica, articolata in vizi privati e pubbliche virtù.

Ogni tentativo di intavolare una discussione politica sul futuro della città e ogni richiesta di impegno diretto nella gestione amministrativa è naufragato dinnanzi alle continue pretese del riconoscimento, alla loro componente, di fantomatiche posizioni apicali che non si è avuto il coraggio di rivendicare pubblicamente.

Da settimane i rapporti dei Democratici e Riformisti con le altre forze di coalizione sono stati deliberatamente interrotti e sostituiti da un dialogo diretto con il sindaco nel tentativo di portarlo sulle loro posizioni utilizzando come strumento di pressione l'intenzione di far mancare i numeri in Consiglio comunale, prova ne è l'aver disertato più volte il pubblico consesso, e annichilendo, di fatto, il dibattito politico.

Con quest'ultimo comunicato la componente dei Democratici e Riformisti disconosce un sindaco che ha candidato per due volte consecutive, esponente del Partito Democratico che proprio pochi giorni fa, in quota alla propria area politica di riferimento, è stato eletto nell'Ente Idrico Campano riportando finalmente Orta di Atella all'interno di un organismo regionale strategico.

E lo fa rivendicando una linea di responsabilità politica, citando una inverosimile esortazione a formare una giunta tecnica, che però non vuole assumersi nei fatti.

Non sappiamo se i consiglieri comunali che sabato hanno firmato quel delirante documento siano consapevoli della responsabilità che si sono assunti facendo mancare, di fatto, la maggioranza a questa amministrazione e sarebbe cosa strana dal momento che in più di una occasione Città Visibile e Orta in Movimento, con il sindaco in testa, hanno dimostrato di non essere disponibili a cedere ad alcun tipo di ricatto politico. La mancanza di una reale maggioranza politica vuol dire mettere a serio rischio la continuazione di questa esperienza politica e definire un prologo per un nuovo commissariamento: un danno incalcolabile per la nostra cittadina; ma è chiaro che di fronte ad una presa di posizione assolutamente insostenibile, da parte dei Democratici e Riformisti, vanno tratte le dovute conclusioni. E deve essere altrettanto chiaro di chi sarà la responsabilità di un tale eventuale epilogo.

Orta di Atella merita stabilità amministrativa e non una precarietà determinata da logiche estranee al raggiungimento del bene comune, logiche che tanto ricordano quel "vecchio", ma ancora vicino nella memoria collettiva, modo di fare politica che ci siamo impegnati a destrutturare. Altrettanto intollerabile, in quanto dannoso per la collettività, è invocare esperienze "tecniche", che definiscano una politica scevra da dirette responsabilità; un modello che ha già dimostrato di essere fallimentare per il nostro territorio, che ha dato il colpo di grazia ad un tessuto socio-economico e culturale già compromesso da anni di lassismo e politica speculativa.

Ci siamo impegnati in prima persona, mettendoci la faccia, consapevoli di ereditare una macchina amministrativa deteriorata e depotenziata e con essa una situazione patrimoniale che a stento consente di affrontare l'ordinaria amministrazione. Eravamo sicuramente coscienti delle enormi difficoltà che avremmo dovuto affrontare ma restiamo sbigottiti di fronte a talune strumentalizzazioni e non permetteremo a chi aveva promesso ai cittadini di voler contribuire a ricostruire la nostra comunità di disattendere gli impegni presi e di sfuggire alle proprie responsabilità rappresentando una narrazione manipolatoria e distorta.

Una crisi ormai alla luce del sole ed alla luce del sole si situeranno i passaggi successivi. Tutti saranno improntati ad un irrinunciabile presupposto morale e politico: l'assunzione delle proprie responsabilità da parte tanto dei singoli quanto dei gruppi politici".

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