Sant’Arpino. Consiglio Aperto Acquedotti, la maggioranza:”Scelta responsabile nell’interesse della collettività votata anche da chi oggi siede tra i banchi dell’opposizione”

SANT'ARPINO. Si è tenuto giovedì 19 giugno un consiglio comunale aperto alla cittadinanza, richiesto dalla minoranza, sul tema della gestione del sistema idrico e fognario da parte della società Acquedotti SCPA.

Un consiglio comunale più per gli "addetti ai lavori" che per i cittadini. Uno sparuto consiglio Comunale, che ha fatto registrare solo due interventi su tre prenotati da parte del pubblico, che a detta delle opposizioni aveva invece una grande necessità di porre le proprie istanze e che ha addirittura visto l'assenza in aula di chi aveva proposto il ricorso contro l'affidamento ad Acquedotti SCPA. Un consiglio comunale che ha comunque dato l'occasione all'amministrazione di esporre tutti i dati oggettivi che hanno portato l'amministrazione Dell' Aversana nel 2018 a prendere una scelta politica responsabile nell'interesse della collettività, così come rilevato anche da chi oggi siede tra i banchi dell'opposizione, che ha votato quella delibera nel 2018 e che oggi prende distanza da sé stesso perché la procedura secondo la delibera ANAC di giugno 2023 è "in contrasto con i principi di libera concorrenza e di parità di trattamento tra gli operatori economici".

Considerazione diametralmente opposta invece quella dell'Autorità Garante della concorrenza e del mercato che nel settembre 2021 ha archiviato la segnalazione posta, chiarendo che “l’adesione al capitale sociale di altri Comuni dell’ambito territoriale ottimale di riferimento è espressamente contemplata dalla legge e dalla lex specialis della gara per la selezione del socio privato indetta nel 2001 dal Comune di Orta di Atella". Durante la relazione da parte della maggioranza si è sottolineato come negli anni addietro questo paese sia stato totalmente DISAMMINISTRATO con un debito pubblico di oltre otto milioni di euro accumulato verso Acqua Campania e Regione Campania parte (oltre 3 milioni di euro) pagati con il Decreto Legislativo 35 per le annualità 2011-2012-2013 e quasi 5 milioni di euro roconosciuti come debiti fuori bilancio nel 2019 per gli anni dal 2006 al 2015 e poi confluiti nel Dissesto finanziario dell'Ente. Oltre 900 utenze scovate nel 2019 e mai registrate prima della gestione di ACQUEDOTTI SCPA, l'insistenza di una mappatura della rete idrica e fognaria, oltre 200.000 euro all'anno per la manutenzione alla rete comunale ridotta ad un colabrodo. Al termine del proprio intervento il capogruppo di maggioranza, in riferimento alle determinazioni del TAR, ha aperto ad un tavolo di confronto con le opposizioni per trovare insieme una strada comune nel primario interesse della collettività, non aggravando ulteriormente la già disastrosa condizione economica in cui versa l'Ente, partendo da tutte le evidenze oggettive che hanno determinato l'unica scelta possibile e politicamente responsabile deliberata nel 2018.

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