Salvatore Lettera al vetriolo su Marcello de Rosa. “La trasparenza e la legalità si praticano, non si predicano. Sempre, non a convenienza”
CASERTA. In un duro comunicato diffuso nelle ultime ore, Salvatore Lettera, ex consigliere provinciale e attuale consigliere comunale di Sant’Arpino, lancia un’accusa frontale al consigliere provinciale Marcello De Rosa, mettendo in discussione la coerenza politica e istituzionale dell’esponente oggi alla ribalta per alcune dichiarazioni legate a presunti atti gravi da segnalare alle autorità competenti.
“La trasparenza e la legalità non si predicano, si praticano. Sempre. Non a convenienza,” esordisce Lettera, che sottolinea come proprio De Rosa – che oggi si appella a Prefettura e Procura per presunti illeciti – in passato aveva etichettato lo stesso tipo di iniziative istituzionali come “sciacallaggio politico”.
Lettera non risparmia toni critici: “All’epoca, scrivere al Prefetto o alla Procura significava ‘sminuire il proprio ruolo istituzionale’; oggi invece è diventata la massima espressione di etica pubblica”. Una virata che l’ex consigliere giudica emblematica della politica “a geometria variabile” e “opportunista”.
Ma le critiche non si fermano qui. Lettera richiama alla memoria un episodio in cui De Rosa avrebbe ironizzato, in modo allusivo, sul percorso professionale dello stesso Lettera, lasciando intendere favoritismi nell’ambito di una procedura pubblica. Oggi, tuttavia, i ruoli sembrano essersi invertiti.
Secondo quanto riportato da una recente inchiesta del portale casertace.net, Marcello De Rosa sarebbe finito sotto i riflettori per un concorso pubblico bandito durante la sua reggenza come presidente facente funzioni della Provincia. Oggetto delle polemiche: l’assunzione a tempo determinato e part-time di una persona che, stando alle ricostruzioni giornalistiche, sarebbe la nipote del fratello. Una procedura chiusa in tempi ristrettissimi, secondo Lettera, che solleva interrogativi sull’utilizzo del denaro pubblico e sull’equità della selezione.
Lettera rinfaccia a De Rosa anche un’altra vicenda istituzionale: il mancato avvio, nei termini previsti dalla legge, del processo elettorale provinciale dopo le dimissioni del presidente Giorgio Magliocca. Nonostante sollecitazioni parlamentari, tra cui un’interrogazione presentata dalla senatrice Susanna Camusso e dal deputato Stefano Graziano, De Rosa avrebbe tentato di prolungare la propria permanenza alla guida dell’Ente fino a dicembre 2025, appellandosi a presunte ambiguità normative poi smentite dalla Conferenza Stato-Città e dall’Unione delle Province Italiane.
Un comportamento che, secondo Lettera, si pone in contrasto con il rispetto delle regole e dei tempi democratici.
Nella parte finale della missiva, Lettera chiarisce di non voler entrare nel merito delle recenti accuse mosse da De Rosa contro l’attuale presidente Colombiano, ma ribadisce un principio: “Chi siede nelle istituzioni ha il dovere di vigilare, segnalare e denunciare, sempre, a prescindere dai ruoli o dalle convenienze del momento”.
Una posizione che rivendica come propria, anche nei momenti in cui esporsi pubblicamente non risultava “conveniente”. “La legalità e il controllo sugli atti pubblici non sono mai ‘sciacallaggio’, né ieri né oggi,” conclude Lettera, affidando alle parole finali un messaggio chiaro: “Il tempo, alla fine, mette sempre ogni cosa al suo posto. Anche le parole”.