C@ambiAMOrta: “Per cambiare Orta non occorrono nè muri nè barricate”

cambiamortaOrta di Atella      Riceviamo e pubblichiamo dal Movimento C@mbiAMOrta.

"Non è nelle nostre intenzioni alimentare sterili ed improduttive polemiche né, tantomeno, assumere il ruolo di critici spietati delle vostre posizioni e delle vostre considerazioni politiche.

Al contrario desideriamo o meglio auspichiamo un confronto civile e sereno per riflettere insieme sul momento, l’ennesimo, delicato e difficile che si accinge ad affrontare il nostro paese e concordare le linee direttrici utili e indispensabili per orientare una progettazione territoriale che restituisca certezze e serenità alla nostra comunità.

Abbiamo avuto l’opportunità di leggere con interesse ed attenzione l’articolo “SIAMO REALISTI. ESIGIAMO L’IMPOSSIBILE” pubblicato sul “numero 0 del vostro foglio informativo”.

Un incipit straordinario che ha suscitato in noi forti emozioni e tante riflessioni, un editoriale del quale è da apprezzare la lucida e cruda analisi della situazione territoriale ma che apre una finestra sul futuro e sollecita uno spazio progettuale che esprime una rivoluzionaria “etica politica” ed una “politica ambientale” che riscatti l’infame e doloroso destino riservato alla nostra zona ed ai nostri concittadini.

Abbiamo salutato con entusiasmo l’ipotesi progettuale di una rilettura delle questioni più spinose del nostro paese (tributi, scuola, rifiuti, politiche sociali ecc.) che metta insieme le migliori energie del territorio per creare in tal modo uno spazio politico depurato da personalismi e contrapposizioni che hanno caratterizzato e lacerato, per lunghi anni, il tessuto politico e sociale del nostro paese.

Un’idea di città “inclusiva”, libera da timori e riverenze, capace di fare i conti con il proprio recente passato per indagarlo, comprenderlo e, infine, superarlo poiché” il futuro non è più quello di una volta”!!

Questo ci era sembrato il manifesto degli amici di “Città visibile”; purtroppo i buoni propositi sono naufragati con la pubblicazione sul “foglio informativo n.1” dell’articolo avente come titolo “DA UNA PARTE DELLA BARRICATA”.

In esso si afferma lo stravolgimento dei concetti espressi precedentemente e, accanto ad una deludente e sommaria analisi politica, prende forma una linea di pensiero che incautamente declina verso ingiustificabili forme di “deliri di onnipotenza”!!

Di colpo gli amici di “Città Visibile” si sono trasformati in una sorta di “Tribunale Speciale”, lanciando anatemi e scomuniche a destra e a manca, erigendo un muro di incomunicabilità e preannunciando, persino, “fantasiose barricate”.

Irresponsabili e inopportune “barricate” impermeabili persino a chi si è speso in passato per contrastare un progetto politico-amministrativo “infame” mentre tanti altri restavano immobili nell’attesa che passassero i “cadaveri politici” dei loro nemici ai quali, peraltro, non avevano arrecato fastidi di sorta, impegnati come erano, giustamente, su questioni sovracomunali anche di rilevante importanza.

Tuttavia il loro “assordante silenzio” non li depura da responsabilità relative ad un annunciato disastro e procura somma meraviglia che, solo oggi, che sul fiume è passato anche il “cadavere del nostro paese”, si rendano conto dei guasti che esso ha dovuto subire a causa di “consorterie” che hanno strappato di volta in volta brandelli di territorio, di legalità e di dignità ai cittadini ortesi.

Si aggiunga che gli amici di “Città visibile” esprimono una lacunosa conoscenza della storia politica ortese dell’ultimo decennio dimenticando volutamente chi in questi lunghi anni, in C.C e sul territorio, ha profuso impegno ed energie per contrastare un sistema di potere che non ha esitato a mettere in moto la macchina del fango pur di ridurre al silenzio il dissenso politico.

A tal proposito basterà rileggersi gli atti prodotti in C.C. e le innumerevoli denunce politiche, attraverso manifesti e volantini, prodotte dai tanti amici che vorreste mettere alla gogna e che non hanno mai ricevuto alcun sostegno mentre contrastavano il processo degenerativo che ha ridotto Orta nello stato in cui oggi versa.

Riteniamo, inoltre, che non sia giusto non dare sostegno e voce a chi, con uno “scatto di orgoglio” e con una rivisitazione delle proprie posizioni politiche del passato, cerca di intraprendere strade diverse, che siano in linea con i valori da voi chiaramente espressi e pienamente condivisibili.

Restiamo perplessi quando, con argomentazioni poco oggettive, non si dà credito a questi soggetti e ai loro tentativi di riscatto e, in modo goffo, si giunge anche a procedere alla valutazione degli “scatti di orgoglio”, stabilendo la mancata sufficienza e la conseguente bocciatura.

Cari amici, occorre un bagno di umiltà e la necessità di abbandonare un piedistallo che tiene distante dai reali problemi della gente e non dà l’opportunità di leggere con obiettività le loro reali esigenze.

E’ giunto il momento di dare sostanza alle vostre analisi di partenza e porre fine a “colpi di mortaio” sparati all’impazzata con l’illusione di creare per il futuro spazi operativi ristretti e produttivi per il nostro Paese.

Rivolgiamo a voi un invito pressante a rivalutare l’opportunità di dare seguito e sostanza a quanto espresso nel vostro primo articolo, sollecitando una profonda riflessione con l’obiettivo di individuare nuove risorse che, pur nella diversità che non auspichiamo, traccino un percorso per un rinnovato progetto di Orta, bandendo liste di proscrizione e analisi stucchevoli del passato".

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