Orta di Atella. Salvatore Del Prete “Io infangato perché all’opposizione di un sistema. Non mi arrendo perché sono fiero di quella scelta”.

Orta di Atella       Riceviamo e pubblichiamo dal capogruppo consiliare di "Campania Libera", Salvatore Del Prete.

Ho passato tanti anni a fare politica sul territorio, Orta di Atella è casa mia da sempre. Ho incontrato avversari e alleati, insidie e trabocchetti tipici della politica in una città che ha subito stravolgimenti urbanistici e socio-economici molto molto rilevanti. 

Mai mi era capitato tuttavia di essere oggetto di un accanimento così spregiudicato e violento come quello che ho subito e sto subendo negli ultimi periodi.  Nell'ultimo articolo di un giornalista locale c’è un riferimento ad un indagato, Salvatore Del Prete. Sembrerebbe fossi io, vero? Ma ovviamente no! Solo un caso di omonimia. Io che ho un carattere mite e disponibile al dialogo sono stato costretto continuamente ad adire le vie legali per cercare di tutelare il mio nome e la mia professionalità. Tuttavia non basta perché la legge ha giustamente i suoi tempi e le sue prerogative, allora accade che le querele viaggino lente e gli articoli che mi dipingono come il mostro di Orta invece girino veloci e virali.

Proprio come un virus, appunto, che attacca in modo indistinto. E ogni giorno questo vestito che mi viene cucito addosso, quello di una sorta di “dominus” di chissà quali e quante angherie diventa sempre più stretto. Una camicia di forza che colpisce non solo me, ma tutte le persone a me vicine che si sentono colpite e mi chiedono di fermare tutto questo. Le querele sono depositate e prima o poi diranno se sono stato offeso senza una buona ragione. Io ne sono certo, però questo lo stabiliranno i giudici. Però sento di dover riabilitare la mia immagine pubblica perché non ci sto più ad essere oggetto dell’invettiva di qualche giornalista teleguidato da chi vuole infangarmi solo perché io ho contribuito con orgoglio a fermarli.

Perché due certezze ci sono, la prima è che non sono mai stato raggiunto da un avviso di garanzia, (strano per un simile mostro, no?) ancor meno ovviamente da qualche condanna. Eppure a leggerli sembrerebbe così. La seconda è che mentre le vicende di cronaca ormai note accadevano, io ho deciso di schierarmi all'opposizione e mettermi a combattere. Ad ognuno la ricostruzione politica che preferisce ma questo resta un fatto.

Si dice che siamo padri delle nostre scelte e figli delle loro conseguenze: io le mie scelte le ho fatte e oggi sono figlio delle loro conseguenze. Ecco perché sono diventato il “diavolo” da abbattere, nonostante l’impegno e la serietà che provo a mettere nel tentativo di rimettere in un binario di normalità Orta di Atella. Lo sono diventato perché ho scelto di essere una cosa diversa, ho scelto di oppormi in maniera dura e oggi c’è chi vuole farmi pagare un dazio. Ma quelle scelte sono medaglie, sono il loro padre fiero, così come resto fiero di non arrendermi.

Perché l’idea di mollare tutto per respirare, per togliermi quella soffocante presa al collo ogni tanto mi viene, anche per dovere verso chi mi vuole bene. Ma l’orgoglio e la voglia di non darla vinta a chi arrotola palle di fango e le spara mi fa cambiare idea.

Il sindaco Villano è un giovane amministratore circondato da giovani e io voglio aiutarlo a tenere sempre gli occhi nel futuro. Perché il fango del passato ai cittadini interessa solo come gossip. In realtà poi chiedono strade, servizi, serenità amministrativa, un comune efficiente. E allora meglio lavorare a questo, perché la politica è servizio oltre che ambizione e ogni minuto passato a ripulirsi dal fango è sottratto ai problemi. Orta non è Milano, non può permetterselo perché aspetta risposte da troppo tempo. Spero sia chiaro che ho voluto scrivere righe di sincerità, perché quando ho iniziato a scrivere avevo solo questo obiettivo”.

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