Orta, elezioni. A sinistra si lavora, dall’altra parte Agorà va dritto per la sua strada mentre per gli ex Cinque Stelle ci vorrebbe il “viagra politico”. Una cosa è certa, “la camorra è una montagna di merda!”

ORTA DI ATELLA. Stanno riscaldando i motori i gruppi politici locali in vista delle elezioni comunali che si terranno al termine del commissariamento avvenuto in seguito allo scioglimento del consiglio comunale.

A scrivere la parola fine sulla precedente amministrazione è stato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con decreto dell’8 novembre 2019 motivando così la decisione:"Considerato che all'esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalita' organizzata che hanno esposto l'amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l'imparzialità dell'attività comunale. Rilevato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettivita' e ha determinato la perdita di credibilita' dell'istituzione locale". Una motivazione pesante che farebbe venire i brividi a chiunque abbia a cuore il territorio atellano e soprattutto agli ortesi che ora devono togliersi da dosso un'etichetta molto pesante che non gli appartiene e non gli è mai appartenuta. Non si può, in questo contesto, non fare riferimento al "sacco di Orta". Un termine coniato ad hoc da qualche ex giornalista che scrive i titoli di pezzi telecomandati da un camorrista che ha avallato un'incremento demografico esponenziale. Vergognatevi. "LA CAMORRA E' UNA MONTAGNA DI MERDA" e voi siete tali e a noi fortunatamente è rimasto il coraggio per scrivervelo a chiare lettere nella giornata mondiale della libertà di stampa. Sparite dalla circolazione anche perché “Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno”.  E voi, oggi, per il bene degli ortesi, per il bene degli atellani, per il bene delle persone civili e dei tanti ortesi che la mattina si svegliano all'alba per andare a lavorare, dovete politicamente morire (non fisicamente, per carità, ndr).

Detto questo e passando a questioni più "leggere", al voto, salvo diverse disposizioni, si dovrebbe andare nella primavera del 2022 ma in molti sperano si possa anticipare l’apertura delle urne in autunno. I 24 mesi di commissariamento scadranno a novembre 2021 ma risulta veramente molto difficile ipotizzare l'inserimento del più grande tra i Comuni atellani (l'unico al voto col sistema proporzionale) tra quelli che andranno al voto nell'autunno del 2021 (tra cui Succivo e Sant'Arpino).

Nel frattempo, però, diversi sono gli esponenti politici locali che si sono messi al lavoro già da diverso tempo per farsi trovare pronti al primo appuntamento elettorale del post-commissariamento. Le elezioni "del rilancio", "della svolta" e "della ripartenza". Quelle che dovrebbero donare a Orta una classe politica dignitosa e degna di una popolazione che ha secoli di storia da raccontare e che è stanca dei soliti personaggi che si sono "venduti le madri per 3 euro o per un appartamento". E' esattamente così, nonostante il nostro goffo tentativo di tradurre in italiano frasi che solo in dialetto possono esprimere un pensiero che, secondo noi, è intraducibile. In tanti (non tutti) a Orta dovrebbero passarsi la mano sulla coscienza e fare innumerevoli passi indietro per fare spazio alle nuove generazioni.

Tralasciando i moralismi, d'obbligo per la faccenda Orta, stando ai rumors, a sinistra si starebbe lavorando per una maxi coalizione che dovrebbe includere il gruppo vicino all'ex candidato sindaco Enzo Tosti, Vincenzo Gaudino e i superstiti del PD, i socialisti guidati da Espedito Ziello e l'area legata a Mario Vozza. Una compagine con una forza elettorale rilevante ma che, però, dovrebbe trovare un collante politico e definire il candidato sindaco. Difficile. Molto difficile. Per le importanti personalità presenti ma anche perché, prima di stabilire chi guiderà la coalizione dovrà essere stabilito un programma politico chiaro che possa garantire, in poche righe, il completamento del percorso amministrativo. Una prerogativa fondamentale anche per le liste civiche che stanno nascendo. Particolarmente rilevante è il gruppo "Agorà" formato, tra gli altri, da Angelo Cervone, Eleonora Misso, Giuseppe Mozzillo, Arturo Vislino, Rocco Russo, Rosaria Puoti e Vincenzo Moccia. Un gruppone di tutto rispetto (ma pur sempre un gruppone) che si avvia a candidarsi come protagonista alla prossima tornata elettorale. Elezioni a cui non potrà candidarsi l'ex sindaco Andrea Villano, incandidabile per due turni (incandidabilità avuta in primo grado per un turno, al ricorso per due turni), che, stando a voci di corridoio, starebbe lavorando per la candidatura a sindaco di una donna, tale Immacolata Migliaccio. Al lavoro, però, ci sono anche Peppe Roseto, ex vice sindaco, e Eduardo Indaco, ex presidente del consiglio comunale, che stanno prendendo tempo per trovare una collocazione in vista di questa tornata elettorale che si preannuncia particolarmente calda. Elezioni difficili a cui prenderanno parte, quasi sicuramente, anche i membri dell'associazione che nascerà tra pochi giorni, "Orta Civitas Giovani", formata da Nicolas Lavino (figlio di Massimo Lavino, ex assessore alla 328), Giuseppe Iovinella, Alessandra Cinquegrana e Daniele Pellino.

E poi ci sono loro, gli ex cinque stelle. Occorrerebbero pagine e pagine di articoli per definire il loro percorso politico che è oggettivamente irrilevante. Ci vorrebbero 2-3 pillole di viagra politico. Orta di Atella conta, oggi, due parlamentari, il senatore Fabio Di Micco e il deputato Giovanni Russo. Eletti con il Movimento Cinque Stelle oggi sono stati buttati fuori dai penta stellati e non sanno neanche loro dove stanno. Non hanno mai dato conto all'elettorato della loro posizione politica che oggi non esiste. Rappresentano la materializzazione del fallimento del Movimento. Niente, in questi anni, hanno fatto per il territorio atellano che più volte ha chiesto il loro intervento che non è mai arrivato e, oggi, rimangono sulla comoda poltrona che hanno ottenuto grazie ai voti di un elettorato che credeva nella svolta. Credeva.

Id.Ur.

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