Sant’Arpino. Carnevale Atellano. Domani Fausta Vetere e Carlo Faiello raccontano canti, danze, riti nella tradizione popolare carnevalesca in Campania

Sant'Arpino       " Le musiche del Carnevale: canti, danze, riti nella tradizione popolare in Campania". E' il tema del nuovo webinar del Carnevale Atellano di Sant'Arpino, che si terrà venerdì prossimo, 25 febbraio, a partire dalle 18:30,  in diretta streaming sulle pagine Facebook di "Carnevale Atellano Sant'Arpino" e "Comune di Sant'Arpino".

L'incontro, coordinato dal critico musicale Lorenzo Fiorito, dopo i saluti istituzionali dell'assessore alla Cultura Giovanni Maisto, e del presidente del Comitato permanente per il Carnevale Atellano Virginio Guida, sarà introdotto da Elpidio Iorio, direttore di PulciNellaMente. Previsto inoltre l'intervento di Stefano Valanzuolo, critico musicale de "Il Mattino", autore Rai Radio 3. La serata avrà come speciali ospiti gli artisti Carlo Faiello e Fausta Vetere.

Faiello è studioso di musica popolare, cantautore e compositore; già membro della Nuova Compagnia di Canto Popolare, musicista dell’orchestra di De Simone, autore per R. Murolo, L. Sastri, P. Barra, Isa Danieli. Da 20 anni è direttore artistico de La Notte della Tammorra e del Centro di Musica e Cultura Domus Ars di Napoli. Da poco ha debuttato con un musical sulla maschera di Pulcinella.

Fausta Vetere è da cinquant'anni l'icona della Nuova Compagnia di Canto Popolare, la vera voce della tradizione musicale popolare.

Nell’incontro si parlerà delle tradizioni musicali campane legate al Carnevale, una festa che affonda le sue radici negli antichi Saturnali, nei quali si invertivano i ruoli sociali e i poveri diventavano re per un giorno. Il ribaltamento dei ruoli, con le donne che si mascheravano da uomini e viceversa, la licenziosità, le esagerazioni nel mangiare e nel bere. I balli carnevaleschi non erano tollerati dalle gerarchie ecclesiastiche; in epoca spagnola venivano emanati editti contro i balli licenziosi.

Il ballo popolare per eccellenza era la tarantella, praticata in tutto il Regno delle Due Sicilie.  In Campania aveva un ruolo preminente la tammurriata, in cui venivano suonati oltre che la tammorra, anche putipù, caccavelle, tricheballacche e scetavajasse.

Tra i carnevali della Campania, il più famoso è sicuramente quello di Montemarano, in cui centrale è proprio la tarantella di Montemarano. Ma ci sono anche le quadriglie di Palma Campania, il ballo o’ntreccio di Forino, il laccio d’amore di Quindici e Baiano, la mascarata di Serino, per non dimenticare la celebre Canzone di Zeza, portata alla notorietà internazionale proprio dalla Nuova Compagnia.

   
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