Sant’Arpino, sentenza Tar ore sostegno. La preside:”Si tratta di casi che si verificano spesso nelle scuole italiane”

SANT'ARPINO. Accolto alcuni giorni fa dal Tar Campania il ricorso presentato dai genitori di un alunno disabile dell'istituto comprensivo "Rocco-Cinquegrana" riconoscendo allo studente la copertura completa dell’orario scolastico di 30 ore rispetto alle 18 ore garantite dall’insegnante di sostegno assegnato dalla scuola. A commentare la decisione del tribunale amministrativo regionale è stata, ieri, la preside dell'istituto Debora Belardo, la quale ha evidenziato le difficoltà inerenti la questione che sovente interessa gli istituti scolastici italiani.

Premettendo che tutto quello che facciamo lo facciamo per il bene dei nostri alunni, - ha sottolineato la Belardo - si tratta di sentenze per noi all’ordine del giorno e di casi che si verificano spesso nel nostro istituto e nelle scuole italiane. La legge ci permette di assegnare un docente ad ogni alunno disabile. Possiamo, quindi, coprire solo la cattedra completa: per esempio, per ciò che concerne la scuola dell’infanzia, gli alunni hanno un orario scolastico di 40 ore settimanali ma gli insegnanti hanno un orario di 25 ore settimanali. Per le 15 ore restanti l’alunno diversamente abile deve seguire le lezioni senza il supporto di un insegnante di sostegno. Una situazione che cambia, poi, alla scuola primaria e alla scuola secondaria di primo grado. Alle elementari gli alunni frequentano per 27 ore settimanali a fronte di un orario di 22 ore per i docenti (rimangono scoperte, quindi, 5 ore) mentre alle medie l’orario scolastico è di 30 ore settimanali a fronte di un orario di 18 ore per i docenti (rimangono scoperte 12 ore)".

"Per quanto riguarda gli alunni con disabilità grave il provveditorato ci assegna 1 docente di sostegno - ha evidenziato la preside - mentre per gli alunni con disabilità non grave ci viene assegnato “mezzo” docente. Solo grazie a qualche accorgimento organizzativo, come l’inserimento di due alunni disabili nella stessa classe, e le terapie esterne riusciamo a garantire comunque l’orario completo alla maggior parte degli alunni disabili. Quest’anno, però, siamo andati in difficoltà soprattutto alla scuola secondaria di primo grado. Devo sottolineare, infine, che per ciò che concerne la sentenza di riferimento, a pagare sarà il Ministero dell'istruzione e non la nostra scuola che nessuna responsabilità ha in queste situazione”.

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