Succivo. Terza Via a Geofilos “Le zone grigie non sono più tollerabili”

Succivo         Il gruppo di opposizione "Terza Via" replica alla lettera aperta di Geofilos Legambiente inviata alla nostra testata nei giorni addietro.
" Nel suo atto di fondazione, tra i punti salienti del suo tra i punti salienti del suo programma, Terza Via ha inserito con orgoglio quello di non promettere defenestrazioni di alcun tipo e di non escludere soprattutto  coloro in  grado, per background e competenze, di fare e fare cultura, sostenendo le iniziative per rendere i beni “comuni”, e non di pochi. In virtù di tale assunto, ci dispiace che Legambiente e tutte le sue derivazioni associative, che mai aveva risposto ufficialmente ai tanti che da anni li volevano metaforicamente morti - tra questi proprio l’attuale Sindaco Salvatore Papa che ci ha cucito sopra un’intera opposizione e campagna elettorale - ci abbia concesso l'onore di una risposta con articoli e post piccati rispetto ad una nostra posizione chiara che qui intendiamo ribadire:
1 La nostra assenza ai tavoli di concertazione non nasce da una contrapposizione ideologica di alcun tipo, ma dalla realistica constatazione che l’80% dei locali della struttura attualmente risulta assegnato ad una serie di associazioni (tramite il bando di "FONDAZIONE PER IL SUD").
È chiaro che, quando abbiamo parlato di affidamento dell’80% a "Fondazione con il Sud", ci riferivamo a tale progetto, e non certo direttamente a Borgomeo, che comunque, in ogni caso, avrebbe sempre l’ultima parola su di esso. Piuttosto questo tavolo di concertazione serve alle varie associazioni coinvolte, tra le quali già serpeggiano malumori, soprattutto tra chi si è sentito usato ottenendo alla fine ben poco della “torta”.
2 Abbiamo STUDIATO tanto relativamente al funzionamento dei bandi e del terzo settore in generale, siamo stati noi quelli che in campagna elettorale parlavano di progettualità, di PNRR e di fondi europei da intercettare necessariamente per la riqualifica e il rilancio comunitario, mentre invece l’attuale maggioranza ci derideva su questi temi sostenendo, nel suo programma e nei comizi, una politica limitata delle piccole cose e al quotidiano.
3 La Tipicheria, a detta di Legambiente, è “un’impresa sociale e di promozione territoriale”.
Quando infatti l’amministrazione Tinto diede il via al progetto, la promessa dell’uso di questi ambienti prevedeva la realizzazione di uno showroom legato strettamente agli orti sociali; poi, chiaramente, nel corso degli anni così non è stato, tanto che l’attuale Sindaco vanta il merito di aver registrato che la Tipicheria è diventata un ristorante a tutti gli effetti, con tanto di cerimonie, e di essere arrivato, pertanto, a far pagare un fitto irrisorio (di fatto 416 euro mensili, a cui dovrebbero aggiungersi delle prestazioni in natura, senza le quali d’altronde l’attività non potrebbe di certo funzionare).
Che ristorante sia! E che venga pure affidato a chi come Legambiente lo sa far funzionare e fruttare, ma pagando il dovuto per locali di fatto ad uso commerciale, per di più allocati in un bene così prezioso, ultimamente valorizzato dai soldi dei cittadini e dalle tante associazioni che con le loro iniziative portano nella corte potenziali clienti per il ristorante stesso.
In tal modo, gli introiti di un fitto adeguato e non irrisorio andrebbero ovviamente utilizzati per migliorare le strutture, per la manutenzione e per le attività sociali e culturali da realizzare nel casale.
Dunque, per il Casale ci auguriamo due strade: o una gestione che sia sociale e comunitaria al 100% al servizio realmente del territorio e dei suoi abitanti, o viceversa una gestione che sia funzionale e fruttuosa, come lo è stata quella di Legambiente fino ad oggi, ma che, considerando eco-feste e eco-cerimonie (private), comporti il pagamento di un equo-fitto per le casse comunali.
Delle due l’una: le zone grigie non sono più accettabili".
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