Cesa. Il Prefetto Ruberto “bacchetta” l’opposizione. “Non spetta alla Prefettura il controllo sulla legittimità degli atti dei Comuni”.

Cesa    Il Prefetto di Caserta, Raffaele Ruberto, risponde all’ultimo esposto inviato dai consiglieri comunali del gruppo di “Uniti per Cesa” invitandoli a ricorrere, eventualmente, alle competenti sedi giurisdizionali se ritengono che vi sia stato un mancato riscontro alle loro interrogazioni consiliari, o una irregolare convocazione delle sedute del civico consesso, ma non alla Prefettura.

E’ questa la risposta che il Rappresentante del Governo ha fornito ai consiglieri di minoranza.

La vicenda trae origine da un esposto che il gruppo “Uniti per Cesa” aveva inviato alla Prefettura lo scorso 5 febbraio, lamentando la presunta irregolarità nella convocazione del consiglio comunale, un asserito mancato riscontro alle istanze di accesso agli atti e alle interrogazioni consiliari.

A questo esposto aveva replicato il sindaco di Cesa Enzo Guida che, oltre a fornire una serie di spiegazioni su come si erano svolti i fatti e rigettando le censure, aveva anche segnalato al Prefetto come la minoranza cercava di trasferire presso la Prefettura di Caserta e non nella sede naturale del consiglio comunale. Ricevuta la risposta del sindaco di Cesa, i consiglieri comunali di minoranza avevano replicato al Prefetto.

Ma a questa ulteriore istanza, il Prefetto di Caserta ha “bacchettato” i consiglieri di minoranza, rammenta che “ai fini di un consapevole esercizio delle prerogative riconosciute ai consiglieri comunali in linea con le vigenti disposizioni del TUEL, che in virtù del consolidato principio di autonomia che informa e caratterizza l’ordinamento degli enti locali, questa Amministrazione (la Prefettura ndr) non è investita di poteri di controllo di legittimità sugli atti degli enti locali e anche quelli sugli organi sono tassativamente previsti per le specifiche fattispecie. Pertanto- prosegue il dottor Ruberto- i rilievi afferenti all’irregolare convocazione del civico Consesso, al mancato riscontro delle interrogazioni consiliari ed alle richieste di accesso agli atti in violazione delle vigenti disposizioni legislative e regolamentari, possono essere fatti valere nelle competenti sedi giurisdizionali ovvero, limitatamente alle istanze di accesso agli atti, anche innanzi alla Commissione per l’Accesso ai Documenti Amministrativi instituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri”.

 
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