Sant’Arpino. E’ ufficiale. Francesco Pezone è l’Arturo Brachetti della politica santarpinese

Sant’Arpino.         Se come vuole il vecchio adagio: tre indizi fanno una prova, allora non c’è alcun dubbio Francesco Pezone, neo capogruppo consiliare di “Pensiero Comune”, è l’Arturo Brachetti della politica santarpinese.

Per quei pochi che non lo sapessero, l’artista torinese è il più grande trasformista italiano ed uno dei più apprezzati a livello mondiale. Ma se le qualità di trasformismo hanno fatto di Brachetti una stella, lo stesso non può dirsi del buon Pezone, che anche in questa consiliatura ha ripetuto, puntuale come un orologio svizzero, lo stesso canovaccio che va avanti dall’ormai lontano 2013.

Nato, politicamente, in seno al gruppo storico dei sostenitori delle prime esperienze di Dell’Aversana, e particolarmente legato ad Elpidio Arena, Pezone alle elezioni amministrative del 2013, dopo il passo indietro del dottore Gennaro Vitale, si candida al fianco di Eugenio Di Santo e viene eletto nel civico consesso. Ma il feeling con il due volte sindaco dura poco, e ancora insieme al dottore Vitale, dopo aver convito il più grande rivale politico del Di Santo, Giuseppe Dell’Aversana, fonda il Movimento “Speranza e Futuro per Sant’Arpino”. 

Addirittura Pezone nel corso del 2015 siede in consiglio comunale come rappresentante della formazione che ha come leader indiscusso colui che tornerà di lì a poco a vestire la fascia tricolore. E arriviamo alle elezioni del 2016 che vedono il trionfo assoluto di Dell’Aversana, e la non elezione nelle fila della maggioranza dello stesso Pezone, forse dovuta anche alla contemporanea presenza in lista del dottore Vitale.

Premio di consolazione per l’apporto dato è la presidenza del Co.D.I. Ma si sa, più che innamoramenti, quelli di Pezone con i leader delle varie coalizioni sono flirt estivi, e così dopo poco avviene anche la separazione con Dell’Aversana ed il ritorno dal primo amore Di Santo che sta preparando la sua squadra per l’agognata rivincita.

Si giunge alle elezioni del 2021 e Pezone pure ottenendo un eccellente risultato in termini elettorali non riesce ad essere eletto in consiglio a causa della sconfitta della lista Insieme per soli 68 voti. Ma qui si apre un altro scenario. La fortuna bacia Pezone e l’ingratitudine (politica) colpisce il povero Di Santo. Quest’ultimo nell’ottobre 2021 decide di dimettersi e quindi automaticamente lascia il suo posto nel civico consesso a Pezone, primo dei non eletti, che ovviamente si dichiara componente del gruppo Insieme. Ma questa volta decide di fare le cose a tempo di record, manco otto mesi e arriva l’annuncio dell’abbandono del gruppo consiliare di appartenenza.

Motivazioni addotte “rendere più incisiva la mia azione consiliare” garantendo che “la mia posizione sarà autonoma, libera, e indipendente, finalizzata esclusivamente ad una buona e utile attività politico-amministrativa”. 

Ora se i primi due cambi di casacca potevano essere anche giustificati da motivazioni politiche, quale la vicenda giudiziaria che ha portato alla decadenza del Di Santo e la revoca da parte di Dell’Aversana dell’incarico di Presidente del Co.D.I., in questo caso risultano davvero incomprensibili le ragioni alla base di una scelta che rischia di rasentare anche l’ingratitudine umana verso un esponente politico, il Di Santo, che non solo è stato il trascinatore della lista che nel 2021 ha sfiorato il colpaccio elettorale, ma poi è stato anche colui che con le proprie dimissioni ha consentito l’ingresso in consiglio del “Brachetti” Pezone.

Ma un dato che salta ancora di più agli occhi è che l’autonomia consiliare del Pezone è durata anche in questo caso poco più di un’estate visto l’annuncio della nascita del gruppo “Pensiero Comune” insieme al consigliere Salvatore Lettera che a sua volta da poco ha lasciato il gruppo di elezione “Progetto per Sant’Arpino”.

Al buon Lettera ( a cui non difetta scaltrezza politica, come del resto non mancava a Di Santo e Dell’Aversana) auguriamo di non essere solamente l’ennesimo cambio d’abito del “trasformista” Pezone.

Francesco Paolo Legnante

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