Succivo, sospensione primaria. La preside Bottigliero:”Esporresti tuo figlio a rischio durante questo momento storico? Io no, non lo farei”

SUCCIVO. Ha raccontato quello che è successo mercoledì sera, la preside dell'istituto comprensivo "De Amicis" Maria Cristina Bottigliero, chiarendo cosa l'ha spinta a sospendere le attività in presenza alla scuola primaria.

"Mercoledí 21.04.2021 alle ore 21.00 circa ricevo un messaggio, seguito dalla telefonata, - ha fatto sapere la dirigente scolastica - da parte del DSGA (direttore dei servizi generali ed amministrativi, ndr), relativa alla positività di un collaboratore scolastico (ed io che pensavo la nostra giornata lavorativa fosse finita, pia illusione). Con il mio prezioso coadiutore mi metto all’opera per il contact tracing da comunicare tempestivamente al dipartimento di prevenzione. (Il contact tracing è il processo di identificazione delle persone che potrebbero essere venute a contatto con una persona infetta, ndr). Il contact tracing è allarmante: coinvolti 81 studenti della scuola primaria, 1 collaboratore sclastico e 15 docenti, alcuni dei quali l’indomani sarebbero andati in altre classi con rischio di eventuale trasmissione ad altri bambini, altri figli, altre famiglie.

Alle 22.35 arriva la mail di conferma con test tracciato sulla piattaforma regionale SINFONIA attestante la positività. Inviamo comunicazione al DdP che cerco di contattare anche telefonicamente, ma invano. Cosa fare? Tutela della salute o del diritto alla disconessione? (che non è mai a senso unico... ) quindi avrei potuto ignorare la telefonata e la mail? Gli uffici chiudono alle 18.05, domani è ‘un altro giorno... diceva qualcuno. Solo una persona priva di scrupoli e responsabilità lo avrebbe fatto... non io, non una dirigente "nottambula", come sono stata tacciata di essere. Con 9 docenti già in quarantena, 5 assenti e i nuovi 15 come si fa aa garantire la didattica in presenza alla scuola primaria? Neanche andando io stessa a fare le sostituzioni. Meglio ricorrere alla didattica digitale integrata, decisione sofferta, dolorosa, impopolare, ma necessaria e responsabile. E se tra quei bambini che hanno imparato a conoscermi anche con il viso coperta dalla mascherina, nelle cui classi sono andata io stessa a salutare dopo la ripresa pasquale ci fosse tuo figlio? Che cosa faresti? Lo esporresti a rischio nel momento storico che cosí tragicamente sta colpendo l’intero pianeta? No, non lo farei!

Eppure l’istituzione scolastica è sicura, tutti i protocolli anti-covid 19 sono osservati, ce lo hanno confermato persino i carabinieri NAS che ‘qualcuno’ prontamente ci ha inviato l’indomani quando hanno trovato all’opera i laboriosi collaboratori scolastici che con camici, mascherine e macchine igienizzatrici intervenivano nel loro quitidiano lavoro. "Non abbiamo mai trovato una scuola cosí pulita, in genere ci troviamo i topi" questo il loro commento mentre acquisivano informazioni sulla soluzione igienizzante che ogni giorno diluiamo nell’acqua. E allora mi viene da chiedermi, ma ci si pone mai la domanda che osservando i protocolli a tutela degli studenti li si applica anche a tutela di se stessi, di tutti gli operatori della scuola che hanno anche loro una famiglia a casa che li aspetta? Ecco basterebbe questo per fugare qualsiasi diffedenza! Certo il contagio viene da fuori, spesso dovuto a comportamenti irresponsabili, ma non sempre, eppure la scuola e i dirigenti scolastici in primis, ne pagano tutte le conseguenze diventando il parafulmine di tutta l’aggressività, la frustrazione, il dolore che questa maledetto subdolo ed invisibile nemico ha generato. Questi i fatti, questa la verità, farà poca ‘notizia’ rispetto a quella del dirigente ‘nottambulo’ che alle 23.00 della sera ‘incurante’ delle complessità familiari e organizzative che la DDI avrebbe comportato non aveva proprio null’altro e di meglio da fare. Ma tant’è".

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