Sant’Arpino, con il rito dell’alzabandiera si apre l’anno dei Fujenti Atellani. Don Domenico Belardo:”Le sofferenze sono come la grancassa che da sola è quasi inutile ma in una banda musicale è quasi indispensabile”

SANT'ARPINO. Si è ripetuto, ieri mattina dopo due anni di stop per il covid, il rito dell’alzabandiera dell’associazione “Fujenti Atellani” di via San Giacomo.

Un gruppo di circa 40 devoti vestiti di bianco ieri mattina, accompagnati dalla banda musicale, ha girato per le strade del Comune atellano a partire dalle 9 con i vessilli e le bandiere raffiguranti la Vergine di Sant’Anastasia. La cerimonia, di fatto, apre la stagione del gruppo religioso che da domani inizierà la questua in giro per il paese: la raccolta servirà a realizzare i riti devozionali del lunedì in Albis e quelli dell’ottava. Il corteo alle 12 è giunto in via San Giacomo dove il vice parroco don Domenico Belardo ha benedetto il gruppo e inaugurato l’anno dei fujenti.

Mi piace sempre l’immagine della grancassa, - ha sottolineato Belardo - quando suona da sola chi la ascolta sente solo un gran baccano. Quando invece suona insieme alla banda diventa quasi indispensabile perché da il ritmo al resto degli strumenti. Il dolore e le sofferenze della nostra vita sono come la grancassa: si devono affrontare insieme per dare armonia e senso alla nostra vita. L’augurio è che possiate vivere sotto lo sguardo di Maria e forti del suo amore”.

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