Sant’Arpino, i consiglieri di minoranza:”Chieste delucidazioni su come verranno distribuiti i fondi covid. Il sindaco del fallimento non ci ha risposto”

SANT'ARPINO. E' al vetriolo la risposta dei sei consiglieri di minoranza Speranza Belardo, Iolanda Boerio, Rosaria Coppola, Maria Rosaria Di Santo, Mimmo Iovinella e Imma Quattromani alle accuse mosse nei giorni scorsi dal gruppo di governo per l'astensione su alcuni punti inseriti nell'ordine del giorno dell'ultimo consiglio comunale.

"Un sindaco incapace di dare risposte concrete ai cittadini a cui, da tempo, chiede sacrifici abnormi, - hanno evidenziato i componenti dell'opposizione - non sa più dove aggrapparsi pur di rimanere incollato alla poltrona e si è scagliato nei giorni scorsi contro noi consiglieri di opposizione rei, secondo lui, di non aver votato l’ennesima variazione al bilancio di un Comune in ginocchio. Modifiche al documento contabile utili solo a buttare un pò di fumo negli occhi ad una popolazione stremata dalla pandemia, dal dissesto finanziario e dalla mancanza di servizi ma che, comunque, continua ad andare avanti con grande dignità. 

Scevri da qualsivoglia tipo di responsabilità sull’attività amministrativa degli ultimi anni ci troviamo costretti a ribadire al “Professore che non sa contare” che nel nostro consiglio comunale sono presenti 16 consiglieri comunali più il sindaco e dovrebbe imparare a contare i membri dell’opposizione. Da un lato dell’aula, infatti, ci sono i suoi undici adepti costretti a rispondere fedelmente alle sue richieste come gli adulatori dell’ottavo cerchio dell’inferno dantesco, e dall’altra parte i sei consiglieri di opposizione valutano e verificano gli iter amministrativi dei suoi provvedimenti votando di conseguenza.

L’egocentrico compulsivo-ossessivo “Professore di Atellano” continua ad auto celebrare il nulla assoluto amministrativo e ad applaudire lo zero periodico della sua amministrazione evidenziando a destra e a sinistra umanità e vicinanza alla cittadinanza e ai bisognosi ma, probabilmente, “non sa contare”, nonostante abbia passato gli ultimi mesi a contare (purtroppo) morti e feriti della pandemia e gli ultimi anni a contare debiti e pignoramenti di Palazzo Ducale. In merito alla votazione a cui fa riferimento, da membri di un’opposizione seria abbiamo chiesto delucidazioni in merito all’arrivo dei fondi statali da destinare ai bisognosi in difficoltà per il covid-19. Senza fare proclami ed evitando di strumentalizzare politicamente un’emergenza mondiale come sta facendo il sindaco da mesi, abbiamo chiesto in che modo saranno distribuiti e se quest’amministrazione ha studiato un sistema per bilanciare il rapporto tra il numero di nuclei familiari beneficiari e la cifra relativa al sussidio oppure ha fatto il “copia e incolla” da qualche Comune vicino. Vogliamo spiegazioni su come, quanto, quando e a chi verranno distribuiti questi fondi. Per noi nessuno deve rimanere indietro e vorremmo fossero evitati favoritismi a cui ci ha abituato l’amministrazione del fallimento in questi anni. Non ci è stata fornita risposta. 

Esasperato dalla situazione e finiti gli specchi a cui aggrapparsi vorrebbe scaricare i problemi di un Comune che ha distrutto sui consiglieri di minoranza. Al fine di fargli tornare la memoria dobbiamo ricordare allo “smemorato di via Pennacchio” che ha traghettato il Comune al primo clamoroso dissesto finanziario per una situazione debitoria a cui, anche lui, ha contribuito in modo rilevante avendo amministrato, dal 1994 ad oggi, per ben 20 anni: 15 anni come sindaco (gli ultimi cinque anche con delega al bilancio) e 5 anni come capo gruppo di maggioranza. E, nonostante ciò, “non sa contare”. 

Allo “smemorato di via Pennacchio" dobbiamo anche ricordare che ha costruito la sua campagna elettorale lanciando anatemi contro la Iap salvo poi piazzare alla guida del settore finanziario il massimo dirigente, la dottoressa Margherita Iovine, assumendola alla scadenza naturale del contratto che Palazzo Ducale aveva con la ditta esterna. 

I santarpinesi non sono stupidi e sanno benissimo che il “professore smemorato di via Pennacchio” ha dichiarato dal palco guerra alle esternalizzazioni salvo poi affidare a ditte esterne il servizio idrico e la riscossione dei crediti non riscossi consegnando, di fatto, i santarpinesi in pasto alle sanguisughe. 

Lo smemorato di via Pennacchio dimentica anche che, dopo aver criticato le scelte sulla programmazione urbanistica ha approvato un Piano Urbanistico grazie ad un parere legale costato 2mila euro che ha guidato lui e ai suoi adepti ad un sistema di votazione del Puc “a pezzi”. Così facendo sono state aggirate le regole sui conflitti di interessi riguardo terreni personali e familiari e, tra le altre cose, sono stati sbloccati anche terreni dei suoi nemici di sempre che miracolosamente sono diventati dei sostenitori incalliti della maggioranza fallita. Se dovessero votare integralmente il Piano Urbanistico oggi 3 componenti su 6 dell’esecutivo non potrebbero prendere parte alla votazione.

Allo “smemorato di via Pennacchio” dobbiamo ricordare anche che spende migliaia di euro per i lavori pubblici senza, però, avviare una programmazione per la sistemazione delle strade (su via Martiri Atellani esiste un finanziamento per la riqualificazione completa ma in due anni non è stata completata la gara). Dobbiamo ricordargli che ha distrutto il Co.d.i. per una sua vendetta personale contro qualcuno e che ha smantellato la prestigiosa Biblioteca Luigi Compagnone ammassando i libri come i peggiori avanzi da cantina nella sala giunta.

Questo è l'uomo che vuole dare lezioni di coerenza, buona amministrazione e umanità ai consiglieri di minoranza. Un centralizzatore seriale che crede di saper fare tutto e che decide senza mai confrontarsi con la minoranza. “L’uomo che non deve chiedere mai”.

Anche se non sa contare i debiti e non sa fare i conti, gli suggeriamo di utilizzare i regoli per cominciare a contare i giorni che ancora lo separano dalla fine di questo suo nefasto mandato elettorale perché siamo certi che, nel caso in cui dovesse ricandidarsi, farà una brutta figura. La gente è stanca della sua ipocrisia, delle sue incoerenze e della sua vanagloriosa retorica. La gente non dimentica.

Caro Profesore, CONTA CHE TI PASSA!"

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