Sant’Arpino. Pezone subentra al dimissionario Di Santo. La maggioranza “Altro che gladiatore, qui ci troviamo di fronte a un Commodo qualsiasi in fuga”

Sant’Arpino      Si è finalmente delineata la composizione del consiglio comunale atellano a quasi un mese dal responso elettorale. Nel corso della seduta del civico consesso di mercoledì sera, infatti, c’è stata la surroga nella carica di consigliere di opposizione dell’ex primo cittadino nonché candidato sindaco, Eugenio Di Santo, con il primo dei candidati non eletti della lista “Insieme”, Francesco Pezone, e non è stato corso al procedimento di contestazione della situazione di incompatibilità ex art. 63 e ss. Del D.L. 267/2000 e smi nei confronti del consigliere Nicola Della Rossa in quanto sono venuti meno i motivi ostativi. Partendo da quest’ultimo punto, in pratica l’ufficio ragioneria aveva relazionato al Segretario Comunale, la presenza di ragioni che impedivano al Della Rossa di assumere la carica di consigliere, ma lo stesso esponente della lista “Insieme” nelle ore precedenti alla seduta consiliare ha provveduto a regolarizzare la propria situazione.

E su queste due vicende non è mancata la presa di posizione del gruppo di Maggioranza “Risorgimento Atellano”, che “ preso atto che il consigliere Della Rossa ha rimosso le cause ostative alla propria ineleggibilità a consigliere comunale di opposizione e pertanto gli rinnoviamo i più sinceri auguri, sicuri che possa essere un punto di forza e di stimolo per questa amministrazione. Sarebbe forse stato meglio accertarsi, prima di rendere incautamente la propria dichiarazione di insussistenza, inconferibilità e incompatibilità con lo svolgimento dell’incarico di amministratore comunale, che ci avrebbe risparmiato anche di portare questo tipo di argomento all’ordine del giorno, siamo sicuri che la dichiarazione sia stata resa nella perfetta buona fede, la stessa buona fede riguardo alle dimissioni da assessore del Consigliere Comunale Di Serio, dato il dubbio interpretativo che se ne può fare della norma riguardo l’affinità del Sindaco così come citato dall’articolo 64 comma 4 del TUEL, norma che va letta in combinato disposto con l’art.78 del codice civile e che definisce l’affinità come: “il vincolo  tra un coniuge e i parenti dell'altro coniuge “ e quindi nel caso di specie il Sindaco ed i parenti del coniuge del Sindaco”.

Tornando, invece, alla surroga dell’ex candidato sindaco Di Santo, il capogruppo consiliare di maggioranza, Ernesto Di Serio, a nome di Risorgimento Atellano, nell’augurare il buon lavoro al subentrante Pezone (ieri assente avendo presentato apposita certificazione medica), non ha nascosto lo stupore “per le motivazioni addotte dal Di Santo. Non ci saremmo, infatti, mai aspettati da un “gladiatore” una debacle emotiva. La sua resa, ancor prima di scendere nell’arena” del civico consesso, di chi in campagna elettorale si proponeva di “risollevare Sant’Arpino insieme”, ci pone non pochi dubbi sulle reali ed effettive motivazioni di tale scelta, bollata dallo stesso dimissionario come “ansia da prestazione”, forse da ricercare in altri motivi circa lo svolgimento dell’incarico di amministratore comunale e vengono sottaciuti per pudore o per imbarazzo. Vogliamo ricordare all’ormai ex consigliere comunale Di Santo che ognuno di noi quando si mette in gioco candidandosi, nel suo caso alla carica di sindaco, all’atto di chiedere il voto, assume verso il proprio elettore, che ripone in noi la propria fiducia, un debito da onorare, che sia eletto in maggioranza o all’opposizione, un debito verso l’intera comunità. Constatiamo, purtroppo, l’ennesimo mancato coraggio da parte del Di Santo verso i suoi elettori che, nell’esercizio del proprio diritto, avevano riposto la fiducia nel movimento “Insieme con Di Santo Sindaco, uno slogan che oggi più che un inno alla “battaglia”, suona come un memoriale di un “gladiatore” stanco che magari oggi ha preferito interpretare il ruolo di Commodo, figlio dell’imperatore Marco Aurelio e da lui stesso ritenuto non all’altezza di governare. Rimane un solo interrogativo a cui ovviamente nessuno può dare risposta. Cosa avrebbe fatto il candidato a sindaco Di Santo in caso di vittoria elettorale? Siamo fermamente convinto che avrebbe onorato il suo debito morale verso la propria comunità. Oggi, invece, non possiamo constatare, con rammarico ed amarezza, una sua silenziosa fuga dai grandi problemi che investono la nostra comunità”.

Francesco Paolo Legnante

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